Fiorentina, Graziani sulla scudetto perso nell'1982: "Con il Var avremmo vinto noi"
“Difficile dimenticare, ma non per quello che pensa lei. Certo, ovvio che brucia ancora. Resta il ricordo di una stagione straordinaria per empatia tra pubblico e squadra. Simbiosi che ha permesso a quella squadra di fare un percorso incredibile. Ce la potevamo giocare e lo spareggio sarebbe stato l’epilogo più giusto, per questo è ancora aperta. Lo dico perché eravamo due squadre forti. Loro avevano qualcosa in più; eppure noi eravamo riusciti a creare qualcosa di unico, quasi magico, grazie anche a De Sisti. Ci divertivamo come pazzi. Ci guardavamo in faccia pensavamo ’E’ l’anno buono’. Il dopo partita? Eravamo delusi, dispiaciuti perché sapevamo di essere più forti, ma fummo traditi da tensione, caldo e ambiente elettrico. Si respirava una tensione incredibile, da una parte e dall’altra. Il Cagliari poi le provò di tutte. In che senso? I loro dirigenti cercarono in ogni modo di far slittare la partita per aver modo di capire cosa stesse succedendo a Catanzaro. Insomma tensione altissima e si iniziò sei minuti dopo. Già da lì si doveva capire che la giornata di Mattei non era iniziata nel migliore dei modi. Io ho sempre pensato nella sua buona fede. E gliel’ho sempre detto, anche quando l’ho incontrato anni dopo. La sua risposta? Mi ringraziò, spiegandomi anche che secondo lui il contatto tra Bertoni e Corti fosse fallo, anche rivendendolo. Forse, mi disse anche, che potevo aver ragione. Se ci fosse stato il Var. Spareggio senza dubbi. E se ci fosse stato a Catanzaro Avremmo vinto noi lo scudetto. Chiedetelo a Borghi – ad allora attaccante del Catanzaro – Lui giura che su di lui ci fosse fallo di Brio. Così come era ineccepibile il rigore per la Juve. Meglio secondi che ladri allora? No, mi sarebbe piaciuto vincere e lasciare ai tifosi della Juve il nostro slogan. Anche perché non avremmo rubato nulla. Ma la storia del fischio arrivato dopo la sua rete? Già, Mattei fischiò solo dopo: ’Datemi il tempo di mettere il fischietto in bocca’, sibilò. Ma lo scudetto non lo perdemmo lì. Aver regalato per 15 giornate Antognoni, nonostante la bravura di chi subentrò, fu un handicap. Provate a levare a quella Juve Platinì per lo stesso tempo. Un ricordo bello di quel giorno? Il ritorno a Firenze: fummo accolti come dei campioni e fu il riconoscimento più bello”.