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    Fiorentina-Empoli: quell'ex di lusso che accende il derby

    Fiorentina-Empoli: quell'ex di lusso che accende il derby

    • L.C.
    La “madre di tutte le partite” non avrebbe bisogno di valore aggiunto. Il derby dell’Arno, cioé, è già così pieno di storie, significati e importanza che già così è, di gran lunga, il match più importante e sentito dell’anno. Eppure il confronto di domenica, in programma al Franchi, ha un protagonista in più scrive il quotidiano Il Tirreno. Si tratta di Vincenzo Montella, oggi tecnico viola ma in un passato neanche remoto “gioiello” di casa Empoli. L’ex aeroplanino, infatti, nel vivaio azzurro è cresciuto e in città si è fatto uomo. Arrivò a 13 anni, a Empoli, nell’anno del signore 1986. Ha giocato nei Giovanissimi, negli Allievi (trascinati, a suon di gol, alla prima storica qualificazione alle finali nazionali) e in Primavera. In quella squadra di fenomeni (Birindelli, Galante e tanti altri ancora...) vinse la Coppa Italia 90/91 (primo vero trofeo della storia dell’Empoli) e sembra all’alba del decennio debuttò in prima squadra, ancora minorenne, in serie C. In panchina c’è il compianto Vitali e lui esordì all’ultimo turno, al Castellani contro il Varese, grazie a un “trucco” dell’amico Caccia (suo compaesano di Castello di Cisterna, a due passi da Napoli, e attuale membro dello staff gigliato): lui finse un infortunio e Montella entrò. Dalla stagione successiva, poi, furono presenze e gol. Ma anche infortuni e un maledetto virus che lo tenne fuori dai campi per un anno intero. Poi, nell’estate del 1995, un veloce passaggio al Genoa e il decollo definitivo fra Sampdoria e Roma (con un scudetto vinto). Da allora Montella a Empoli c’è tornato da avversario. In blucerchiato o giallorosso, facendo anche male (cioé gol) agli azzurri. Eppure il legame con la città, o almeno con una bella parte della città, non si è mai spezzato. Per anni Montella ha mantenuto la residenza a Empoli, detenendo anche il record assoluto di maggior contribuente, così come a Empoli aveva conosciuto la prima moglie (Rita). Quel che resta, poi, sono i tanti rapporti personali che non sono mai finiti. Come quello con il presidente Fabrizio Corsi. Montella è stato il primo campione della sua gestione e già da giocatore, nonostante l’età, era stato responsabilizzato molto dal massimo dirigente. Fu proprio lui, ad esempio, a convincere un giovanissimo e irrequieto Totò Di Natale a tornare a Empoli dopo che l’attaccante era fuggito a casa (cioé a Napoli) per troppa nostalgia. Un episodio chiave per la storia del bomber dell’Udinese, ma anche della società. Talmente importante, dal punto di vista tecnico ed economico, da cementare il rapporto Corsi-Montella. Tanto che il presidente, due anni fa, è tornato a sottoscrivere l’abbonamento alla Fiorentina per stare vicino all’amico-allenatore. «Ci parlai quando guidava i Giovanissimi della Roma – ricorda spesso Corsi – e mi bastarono pochi minuti per capire che Vincenzo sarebbe diventato un grande allenatore». Ma quello con il massimo dirigente azzurro non è l’unico legame fra Montella ed Empoli. Ad esempio è di ferro l’amicizia con l’ex compagno Rosario Guarino. Tanto che è facile incontrare il tecnico viola al Caffé Cristallo. Con cadenza quasi settimanale, poi, proprio loro due, insieme ad altri ex azzurri, danno vita a intensissime partitelle di calcio a 7 sui campi del centro di Monteboro. Gare in cui, come giura chi ha assistito, Montella dimostra di non aver perso né il talento né il fiuto per il gol. Infine, poi, ci sono gli affari. Montella, il suo vice Caccia e l’allenatore del Sassuolo Di Francesco, infatti, sono soci - insieme a Massimo Cioni - del negozio di abbigliamento Four Sides, in piazza della Vittoria. Fra soldi e (soprattutto) affetti, insomma, è difficile pensare a Vincenzo Montella come un avversario qualsiasi.

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