Fiorentina, El Hamdaoui: il Mago è sparito
Ad ascoltare le voci dei tifosi all'esterno del centro sportivo 'Cesare Benatti' di Moena, al termine di ogni allenamento viola nel ritiro in val di Fassa, pur non avendo mai completamente brillato nelle sue prestazioni in maglia gigliata, Mounir El Hamdaoui è entrato nel cuore della gente che pensa e vive di Fiorentina. 'Vai Mago!', 'Grande Mago', sono le urla che si distinguono nettamente dal brusio per altri giocatori quando a fare gli autografi si presenta il classe '84 di Rotterdam che, fin dal suo arrivo, ritardato rispetto ai compagni fra le Dolomiti, si è allenato ai margini rispetto alla prima squadra, ufficialmente perchè sotto regime di Ramadan che lo costringe a digiunare fino all'ora del tramonto, in realtà di fatto fra gli esodati del gruppo gigliato, perchè considerato un esubero. E dire che i gol realizzati dal nazionale marocchino la passata stagione sono stati tutti belli ed importanti, e fra l'altro in stadi prestigiosi: dal momentaneo 3 a 2 a Roma contro i giallorossi che tenne vive le speranze nella ripresa di un pareggio per la formazione di Montella, passando al prezioso due a due contro il Torino all'Olimpico, senza dimenticare l'apice dell'avventura in Fiorentina per El Hamdaoui, con il tre a uno che significava certezza dei tre punti, a San Siro, contro il Milan. Questo attaccante fortemente voluto già nell'era Corvino, poi non arrivato per l'opposizione dei dirigenti dell'Ajax nel gennaio 2012, sembrava essere l'attaccante perfetto per dare profondita' ed imprevedibilità all'attacco gigliato, ed invece si è dimostrato piu' volte inconcludente e poco freddo sottoporta, pagando tantissimo non solo una preparazione già un'estate fa condizionata dal Ramadan, una coppa d'Africa che l'ha portato via nei mesi a cavallo fra l'anno scorso e l'inizio 2013, ed una serie di infortuni che ne hanno limitato la continuità negli allenamenti. Oggi che la sua avventura in Fiorentina sembra sul viale del tramonto, con Vitesse, Fulham e Norwich City alle porte, rimane di lui il ricordo di un amore durato un'estate, che poi si è rivelato un fuoco di paglia, con la consapevolezza che però il tifo viola ne ha apprezzato i modi gentili e la professionalità. Non poco rispetto a chi giusto un anno fa, in val di Fassa, con la celebre notte delle pernici, fece vergognare il mondo gigliato intero, al culmine del periodo piu' nero della storia recente del club guidato dalla famiglia Della Valle.