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    Fiorentina, il modulo che non esiste: Montella è sempre un passo avanti

    Fiorentina, il modulo che non esiste: Montella è sempre un passo avanti

    • Luca Cellini

    In casa Fiorentina, una delle grandi incognite prima della gara con l'Atalanta era capire come si sarebbe disposta in campo tatticamente la squadra orobica che nelle prime tre giornate aveva cambiato altrettanti moduli dando un senso di illeggibilità per i tecnici delle formazioni avversarie che avevano affrontato Denis e compagni. Del resto sia Cagliari che Napoli avevano fatto una fatica tremenda a creare occasioni da rete contro i nerazzurri bergamaschi, con nelle parole del post gara dei tecnici Lopez e Benitez che rendevano grande merito proprio agli uomini di Colantuono per essere riusciti a metterli in grandissima difficoltà nel corso dei 90 minuti di gioco, in particolare sotto il profilo tattico.

    Stessa preoccupazione era stata espressa alla vigilia dall'allenatore della Fiorentina Vincenzo Montella che, oltre a preoccuparsi della grande capacità di andare a rete sulle palle inattive dell'Atalanta, aveva messo in guardia stampa, ambiente e poi anche i suoi uomini nella riunione tecnica di sabato scorso sulla grande capacita' del mister classe '62 romano di rendersi sfuggevole agli avversari delle sue squadre.

    L'allenatore gigliato ha così deciso, insieme al suo staff tecnico, in cui si eleva in questo caso indubbiamente il tattico Simone Montinaro, di sconvolgere i piani studiati in settimana: dal 4-3-3 di inizio ritiro estivo a Moena, si era passati velocemente al  3-5-2 studiato ad agosto per consentire a Giuseppe Rossi di giocare vicino a Mario Gomez. Con l'assenza in contemporanea di quest'ultimo e di Cuadrado si era giunti al 4-3-1-2 con la genialità di Borja Valero, autentico tuttocampista della Fiorentina capace di partire nel ruolo di trequartista per poi svariare sulle fasce, in particolare quella sinistra, in modo da non dare punti di riferimento agli avversari.

    E contro l'Atalanta? Serviva un'idea per sopperire all'assenza del fosforo calcistico di David Pizarro, oltre ai forfait già citati, cui aggiungere Ilicic e Iakovenko che facevano sì che gli attaccanti di riserva nella panchina viola allo stadio 'Azzurri d'Italia' avessero 40 anni in due (Rebic-Matos), roba da rasentare la coppia offensiva di una squadra Primavera. Ne è nato, sulla carta, un 4-3-2-1 con finalmente Mati Fernandez proposto come trequartista al cui fianco è stato rispolverato Rafael Wolski, alla prima vera gara da titolare in Fiorentina dopo la poco piu' che amichevole contro il Pescara, ultimo turno di campionato della passata stagione.

    La verita' è che al supercorso per allenatori per Coverciano insegnano i fondamenti della tattica calcistica: dal 4-4-2 sacchiano al 3-5-2 con cui Bilardo vinse i mondiali in Messico 1986, senza dimenticare il 4-3-3 di zemaniana memoria, nato però con il Feyenoord di Ernst Happel, vincitore della Coppa dei Campioni 1969-1970. Montella ha ribaltato ogni canone possibile: sempre un passo in avanti rispetto a tanti suoi colleghi, e grazie ad una rosa adattabile alle piu' svariate esigenze, e con il conforto dei risultati che sono la base per ogni esperimento tattico, ha fatto si che la sua Fiorentina giochi senza modulo fisso. Oggi capire come viene impostata la squadra viola è impossibile: si parte magari con un undici disposto in una certa maniera, che dopo un quarto d'ora cambia spostando un esterno piu' giu' o piu' su sulla fascia, un trequartista che diventa interno o un attaccante capace di svariare su tutto il fronte offensivo. Serve in questo caso grande spirito di adattamento di chi scende in campo e una società che non metta pressioni nelle scelte che fa il tecnico sul campo di allenamento.

    Per ottenere la prima cosa Montella, che si sente ancora calciatore, ha vita facile, trasformandosi ogni giorno nello spogliatoio nel primo compagno di squadra dei suoi giocatori, ma allo stesso tempo nel 'babbo' che deve dare le regole. Per la seconda esiste una società che si rende presente sempre piu' nei luoghi dove conta (mercato, Lega Calcio e Federcalcio) e sempre piu' trasparente nel lavoro tecnico quotidiano, lasciando piena autonomia all'allenatore e al suo staff che lo sta ripagando per il secondo anno di fila con risultati e valorizzazione di un parco giocatori che fa fronte e si esalta anche davanti alle tante assenze e difficoltà.

     

     

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