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    Fiorentina, ecco cosa pensano i capi ultras

    Fiorentina, ecco cosa pensano i capi ultras

    • L.C.
    «Quanto accaduto era già stato preannunciato – dice Filippo Pucci, presidente dell’Associazione Centro Coordinamento Viola Club al quotidiano La Nazione – Dopo la partita col Siviglia dissi subito di avere la sensazione che il rapporto con Montella non sarebbe andato avanti. Dispiace perché quando si rompono rapporti in questo modo di mezzo ci va sempre la tifoseria e un po’ di sbandamento c’è. Più che preoccupato di questa situazione sono infastidito. Come non vedo che la Fiorentina come società abbia l’intenzione di alzare l’asticella, non vedo neanche la voglia di un ridimensionamento. Secondo me c’è il tentativo di raccogliere il più possibile con le risorse messe a disposizione». Se avesse davanti Diego e Andrea Della Valle Filippo Pucci direbbe loro che «quando un dipendente si comporta in questa maniera è giusto non proseguire il rapporto».«Lettere di credito a questa proprietà ne abbiamo date tante, adesso basta. Sono finite. Trovo deprimente com’è stata trattata questa situazione. E’ soprattutto indegno e irrispettoso nei nostri confronti. Tutto questo teatrino è stato fatto alle spalle del ‘cliente’ finale. E il cliente inizia ad essere vagamente stanco – dice Pietro Vuturo, da sempre uno dei tifosi storici della Curva Fiesole – E per cortesia non parliamo di progetto. Ora c’è il rischio anche di un forte calo degli abbonamenti. Quello che ci interessa far capire è che probabilmente i Della Valle non hanno capito fino in fondo Firenze».Amareggiato anche Stefano Sartoni, per anni punto di riferimento della Curva Fiesole: «Il mio parere è uguale a quello che serpeggia in tutta la città: la cosa andava risolta in un’altra maniera invece che con comunicati e dispettucci. Alla fine è un discorso di soldi e i Della Valle hanno deciso che il rapporto non poteva andare avanti. Ora un po’ di preoccupazione c’è. Quando mandi via un allenatore che per tre anni aggiunge tre volte il quarto posto, che era riuscito a dare un gioco, un’identità alla squadra, è chiaro che un po’ di preoccupazione c’è. Comunque sarebbe importante conoscere i programmi che hanno in mente. Montella è stata una scommessa vinta. Non torna, però, che ogni due o tre anni ci si ritrova in queste situazioni. Prima con Prandelli, poi Mihajlovic e ora Montella. La società dovrebbe dire dove si può arrivare, poi ci saranno tifosi d’accordo e altri no».

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