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    Fiorentina, ecco come è nata la difesa bunker

    Fiorentina, ecco come è nata la difesa bunker

    • Luca Cellini
    Molti dei più grandi tecnici attualmente in circolazione in Europa hanno un recente passato da vice allenatori di altrettanti grandi mister. Mourinho lo è stato di Bobby Robson al Barcellona, con Villas Boas che al Porto a sua volta è stato discepolo dello Special One. L’uomo che oggi siede in panchina allo Zenit San Pietroburgo ha svezzato il vincitore di una Champions League con il Chelsea, ovvero Roberto Di Matteo. Carlo Ancelotti è cresciuto prima da calciatore, e poi da assistente, grazie alla Bibbia calcistica di Arrigo Sacchi e Tito Vilanova aveva dato una sensibile mano al Barcellona vincitore di tutto, ma soprattutto di una Coppa dei campioni, nel maggio 2011, a Pep Guardiola. In attesa che decida magari un giorno di intraprendere la carriera di primo allenatore, oggi Daniele Russo è il tecnico in seconda di Vincenzo Montella, e soprattutto primo responsabile delle sedute che si concentrano sulla fase difensiva, quindi anche il primo cui rendere merito per l’eccellente momento della Fiorentina per ciò che riguarda il suo pacchetto arretrato.

    UNA DIFESA CHE MIGLIORA - Infatti nelle prime otto partite ufficiali di questa stagione la squadra capitanata da Manuel Pasqual ha subìto solo tre reti in campionato (di cui due al debutto con la Roma ed una sola nelle restanti sette), e nessuna in Europa League. La prima obiezione che si può sollevare è che ancora la formazione gigliata non ha incontrato praticamente nessuna delle corazzate della nostra Serie A e che certamente Dinamo Minsk e Guingamp non sono eccellenze calcistiche nel panorama europeo, ma qualcosa è cambiato rispetto al recente passato. Non è un  caso che i dati di anno in anno sotto la guida di Montella come allenatore siano sempre migliorati: stagione 2012-2013 quinta difesa assoluta, stagione 2013-2014 quarta difesa della massima serie e quest’anno attualmente la Fiorentina è terza, alle spalle del duo Juventus-Sampdoria.

    NON SOLO NETO - Ma cosa è successo? Innanzitutto la crescita esponenziale di rendimento del proprio portiere, Norberto Murara Neto, che se non è diventato un muro invalicabile, poco ci manca. Tanto che, da oggetto del mistero quando Montella lo ha promosso titolare 14 mesi fa durante il ritiro estivo a Moena, è diventato prepotentemente un uomo mercato, visto che è in scadenza di contratto a giugno 2015 e tanti club inglesi attendono sviluppi qualora la società gigliata incontrasse difficoltà a prolungare il contratto. Poi l’affinità perfetta dei centrali difensivi: Gonzalo Rodriguez e Savic sono cresciuti dopo oltre due anni di convivenza. Infine, va considerato il miglioramento di quelli che un tempo venivano definiti terzini, con non solo Tomovic e Pasqual protagonisti, ma anche e soprattutto Richards e Alonso, fra le sorprese di questo inizio annata.

    DIFENDONO ANCHE LE PUNTE - Inoltre il centrocampo gigliato ha visto uno straordinario Aquilani nei match disputati dalla scorsa estate ad oggi e l’esplosione del neo acquisto Kurtic, un recuperatore di palla implacabile ed un re del contrasto deciso ma spesso pulito. Hanno completato l’opera i compiti che sempre di più Montella impartisce alla sua linea di attacco, sia che possa esser composta da tre elementi o da due, più un trequartista. Nel primo caso Cuadrado e Babacar sono chiamati alla fondamentale fase del ‘non possesso’, altrimenti a doversene occupare inizialmente, una volta persa palla dalla Fiorentina negli ultimi venti metri, è Mati Fernandez, nel suo miglior momento da quando è arrivato a Firenze. E poi allenamenti su allenamenti, con come detto istruttore principe Daniele Russo, ed il resto dello staff di Montella, che hanno creato un baluardo alla porta gigliata ai limiti dell’invalicabile.

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