Fiorentina, Mario Gomez recupera dall'infortunio ascoltando le canzoni napoletane
Provate a chiudere gli occhi ed immaginare lo spogliatoio di una squadra di calcio di serie A. Fine allenamento, e' il momento della doccia e ormai da svariati anni c'è l'usanza per dare ritmo ad una fase di scarico mentale, di mettere su della musica che possa allietare il momento del relax di tutto il gruppo. Ma alla Fiorentina invece di alzarsi su note sudamericane o spagnoleggianti, come immaginazione vorrebbe visto il gran numero di giocatori di lingua castigliana, si levano nell'aria le strofe di 'O'surdato 'nnammurato', 'Anema e core', 'Luna rossa' o 'Malafemmena'. No, non è uno scherzo ma la rivelazione è arrivata alla vigilia del match di domenica scorsa, contro il Cagliari, dal tecnico gigliato Vincenzo Montella. Uno dei collaborati principali dell'allenatore viola, Nicola Caccia, proprio l'ex bomber anche di Empoli e Piacenza, ha iniziato da tempo questa tradizione di far ascoltare ai giocatori della Fiorentina, soprattutto stranieri, le canzoni popolari napoletane, specie quelle ritmate, e sempre Montella ha detto che, Mario Gomez è uno di quelli che sta apprendendo l'italiano attraverso proprio le musiche partenopee, tanto che non di rado mister ed ex centravanti di Bayern Monaco e Stoccarda, intrattengono conversazioni-ancora brevi-in lingua campana....Adesso di tempo il classe '85 di Riedlingen ne avra' abbastanza a sufficienza per ascoltare certe canzoni, imparandole quasi a memoria, magari mentre sta svolgendo la lunga fase della fisioterapia riabilitativa per recuperare dall'infortunio al legamento collaterale mediale.
Nicola Caccia è un vero specialista nel cercare di far integrare soprattutto gli atleti non italiani tesserati per la Fiorentina. Il concittadino di Montella usa la sua simpatia ed il linguaggio universale calcistico della vita di spogliatoio, ovvero scherzi, battute e sorrisi, per far si che nei momenti fuori dal campo vi sia il massimo della serenità e si cementifichi la vita di gruppo., Non a caso i neo acquisti Joaquin e Alonso si sono affidati al classe '70 di Castello di Cisterna, per capire le dinamiche del lavoro della squadra gigliata, ma che amano giocare con lo stesso Caccia al termine di ogni allenamento
Se prima la Fiorentina era conosciuta come lo spogliatoio delle divisioni e delle faide interne, con soprattutto nel periodo della gestione Mihajlovic, una spaccatura netta fra la parte serba-montenegrina, i sudamericani e gli italiani, che facevano vita a parte; oggi alle cene di gruppo 'convocate' da capitan Pasqual è difficile contare piu' di una o due assenze, in una rosa di oltre venticinque giocatori.
Proprio l'uomo con la fascia al braccio in Fiorentina è stato il primo a varare il progetto di integrazione delle varie realtà nazionali nello spogliatoio viola, dando una mano a Borja Valero ad iscrivere alla scuola internazionale il figlio Alvaro, suggerendo la casa da prendere in affitto a Gonzalo Rodriguez e Giuseppe Rossi, e radunando i compagni con eventi extracampo che servono ad aumentare lo spirito di gruppo. Quest'anno poi la società gigliata è riuscita, casualmente immaginiamo, a riunire solo cio' che Josip Broz Tito, dittatore jugoslavo, era riuscito a raccogliere sotto un unico territorio. Infatti fanno parte della Fiorentina quest'anno rappresentanti di tutti i nuovi paesi nati dalla spaccatura dell'ex territorio unito di Jugoslavia: lo sloveno Ilicic, il croato Rebic, i montenegrini Bakic e Savic, e il serbo Tomovic. Può sembrare un particolare secondario, ed invece questa fusione fra culture che sono state abituate negli anni ad essere divise ed in guerra, nello spogliatoio gigliato si ritrovano e fanno gioco di squadra, anche fuori dal campo.