Fiorentina, Diakhatè: il talento scoperto in un parco
L.C.
La Fiorentina Primavera guarda all’estero, ma può ben dire di essere la miglior squadra d’Italia: 60 punti nella regular season, superando il Torino e surclassando la Juventus, prima di rallentare nelle ultime 2 partite, 2 ininfluenti sconfitte a primo posto già certo. Hanno impedito ai viola di essere la squadra che ha fatto più punti in campionato – la Roma, scottata dalla sconfitta in finale di Coppa Italia, si è impegnata anche quando non serviva più, ed è arrivata a 61, mentre l’Inter è a 57 – ma il verdetto vero arriverà dalle fasi finali: i viola debutteranno nell’ultimo quarto, alle 21 del 10 giugno contro il Bari, per poi affrontare, in caso di passaggio del turno, Torino o Milan. Inter e Roma, grandi favorite, sono dall’altra parte del tabellone: la Fiorentina Primavera non vince lo scudetto dall’83, in panchina l’attuale team manager della prima squadra Vincenzo Guerini, che sia la volta buona? L’ultimo scudetto viola, del resto, ricorda il quotidiano La Gazzetta dello Sport, è quello dei Giovanissimi Nazionali 2010-11: in panchina Federico Guidi, in campo i vari Bangu, Gondo, Gigli, Bardini e Mancini, praticamente la Primavera di quest’anno. Non più è il tempo dei grandi investimenti di Corvino, i vari Mazuch, Alex, Mateo, Filipe e Zohore, presi per fare la prima squadra dopo l’ambientamento in Primavera e passati senza lasciar tracce neppure tra i giovani, ora gli stranieri sono pochi, ma rendono, a partire dai tre neri, Bangu, Gondo e Diakhate. E Corvino c’entra ancora, visto che tanti ragazzi li prese lui per i Giovanissimi, a partire dal centrale Nicolò Gigli, nei dilettanti del Savio anticipando la Roma, fino a Minelli, ex Carpi, e Bangu, strappato 12enne al settore giovanile dell’Atalanta, rischiando la crisi diplomatica tra i due club. Ora è uno dei centrocampisti più decisivi del campionato (10 gol), anche se Montella non lo ha mai preso in considerazione, al pari dell’amico Cedric Gondo, ivoriano arrivato dalla provincia di Treviso, capocannoniere della squadra con 12 centri: era il ragazzo dall’aria triste che girava sempre con la maglia rossonera di Balotelli nella serie di Mtv «Calciatori – Giovani speranze». Niente prima squadra solo per motivi di età per Abdou Diakhate, nato il 31 dicembre 1998, un solo giorno prima del romanista Scamacca, che è andato al Psv Eindhoven perché non lo avevano mai portato in Primavera: il senegalese sta alla categoria come Pogba alla Serie A, ha 8 gol senza rigori giocando da centrocampista interno, un fisico debordante, un gran tiro da fuori e di testa sono tutte sue. La Fiorentina lo ha visto in un parco pubblico e non se lo è lasciato sfuggire, ora dovrà faticare per tenerselo: si sta interessando Mino Raiola, deve ancora firmare il primo contratto da professionista, e piace a mezza Europa. L’approdo in prima squadra, se non deciderà di andarsene – il Manchester City si è fatto sentire già lo scorso anno – è questione di pochi mesi. Ci vorrà del tempo per il californiano Joshua Perez, progetto di calciatore a lunghissima scadenza: ha iniziato ad allenarsi a Firenze nel 2013, torna negli Usa solo per le collegiali con le selezioni giovanili, in Italia non giocherà fino al 2016. Attaccante esterno veloce e tecnico, classe ’98, ha convinto tutti, ma la Fifa è severissima sul tesseramento dei minorenni di un altro continente, come si è visto con le sanzioni al Barcellona: appena farà 18 anni sarà tesserato. A lunga scadenza anche il progetto Ascona, club del Canton Ticino affiliato al settore giovanile viola: per ora siamo allo scambio di metodologie di lavoro, dovrà diventare una sorta di satellite, ma finché rimarrà nei campionati dilettanti svizzeri non sarà molto appetibile. Ma l’allenatore è un volto noto come Maurizio Ganz, e difficilmente sarebbe finito da quelle parti se il progetto non fosse stato ambizioso.