Moduli Fiorentina:| Rossi ne ha provati otto
In principio era il 4-3-3 di Mihajlovic, poi è arrivato Delio che le ha provate davvero tutte per far rinascere la Fiorentina. La lista dei moduli schierati da Rossi nei suoi primi quattro mesi sulla panchina viola si è allungata ulteriormente nelle ultime settimane. Perché dopo essersi convinto a lungo sulla difesa a tre, adesso il tecnico romagnolo sta studiando nuove soluzioni per rilanciare Cerci e Vargas, complice anche l'assenza di Jovetic che a Catania non ci sarà.
Ma partiamo dall'inizio. Arrivato a inizio novembre, Delio Rossi abbandona il 4-3-3 di Mihajlovic per un modulo con centrocampo a rombo e due punte: è il 4-3-1-2, con Lazzari trequartista, impiegato contro Milan, Palermo, e Roma. Nel secondo tempo della vittoriosa sfida con i giallorossi si passa però al 4-4-2, che sarà confermato nel match successivo con l'Inter. Ma le risposte non arrivano, e nei match con Atalanta e Siena si torna al 4-3-3.
La svolta arriva nell'intervallo di Siena, quando per il secondo tempo Delio lancia il 3-5-2, modulo che permette di non rinunciare a nessuno dei tre centrali, garantisce una certa copertura e cerca di valorizzare la coppia d'attacco: col 3-5-2 arrivano la vittoria di Novara, il ko interno col Lecce, lo 0-0 di Cagliari, le due vittorie consecutive con Siena e Udinese e poi le sconfitte con Napoli e Bologna.
All'Olimpico con la Lazio, complice la squalifica di Gamberini, Delio lancia l'albero di Natale: 4-3-2-1 con Ljajic e Romulo dietro a Jovetic. Ma nell'intervallo, con la Fiorentina sotto, torna al 4-3-1-2, con Lazzari dietro a Jovetic-Cerci. Siamo a domenica scorsa: col Cesena nel primo tempo è ancora 3-5-2, ma la partita non si sblocca e allora Delio s'inventa un 3-4-3 asimmetrico, con Pasqual e Cassani sulle fasce e un tridente Vargas-Amauri-Cerci.
E a Parma? Partita col 3-5-1-1, nella ripresa la Fiorentina con l'ingresso di Cerci è passata al 4-3-3 col tridente di cui sopra e ha ribaltato lo svantaggio; poi, entrato Marchionni per Amauri, ha giocato gli ultimi minuti con un inedito 4-2-3-1 (il modulo di Prandelli!) con Behrami e Montolivo in mediana, Marchionni, Lazzari, Vargas dietro a Cerci.
Insomma: 4-3-1-2, 4-4-2, 4-3-3, 3-5-2, 4-3-2-1, 3-4-3, 3-5-1-1, 4-2-3-1 sono gli otto moduli che ha fin qui provato Rossi. Sono solo numeri, è vero, ma testimoniano i tentativi e le difficoltà del tecnico romagnolo di trovare il giusto assetto per un gruppo di calciatori con scarse motivazioni e molti limiti tecnici in una rosa in perenne emergenza, fra infortuni e squalifiche.
In più, come ribadisce lo stesso Rossi, i continui cambi di modulo sono dovuti alla disomogeneità della rosa, al fatto di non avere giocatori 'doppioni', ovvero riserve con le stesse caratteristiche tecnico-tattiche dei titolari. E a Catania? Senza Jovetic, Behrami e Nastasic sarà ancora emergenza. E Delio, chissà, potrebbe essere costretto a inventarsi l'ennesima rivoluzione.
(Il Nuovo Corriere di Firenze)