Fiorentina:| D'Agostino che fantasia
E' stato il primo colpo di mercato. Della Fiorentina, ma anche della campagna trasferimenti estiva. Corvino ha bruciato tutti sul tempo. Gaetano D'Agostino è stato quello che in quarantott'ore ha detto sì e ha messo tutto nero su bianco, « perché quando c'è sintonia non serve perde re tempo » . A dispetto di quanto accaduto un anno prima, quando il suo passaggio alla Juventus finì col diventare una telenovela, mai conclusa. D'Agostino, cento gol con i giovanissimi del Palermo in una sola stagione, doveva essere semplicemente il regista arretrato, la diga contro cui far infrangere la furia degli avversari e il genio da sfruttare per far ripartire la manovra.
DUE FACCE - Non si è accontentato e ha dimostrato di essere uomo dai due volti: trequartista, con senso della posizione e del gol ( come accaduto anche ad Udine, nella stagione 2008/ 2009, con 11 centri), e mediano.
RINASCIMENTO - In un attimo, mettendo in un angolo le delusioni della scorsa stagione, culminate con l'infortunio al menisco del ginocchio, si è ripreso tutto. Partendo dall'alto. Perché Mihajlovic, che come lui è abituato a prendere la vita di petto, non ha avuto dubbi a schierarlo sul la trequarti. D'Agostino, otto mesi dopo l'ultima volta, in 50 minuti di gioco ha ritrovato pure la gioia del gol, quella che da ragazzino lo rendeva improvvisamente felice, come ogni volta che calciava un pallone. Firenze, la stessa città in cui non troppo tempo fa sognava di trasferirsi a vivere insieme alla moglie Selene e ai suoi due bambini, lo ha rigenerato.
SCOMMESSA - Da qui riparte la sua scommessa: conquistare il quarto posto, che poi significherebbe Champions League, e pure una convocazione in Nazionale, perché il rimpianto più grande resta proprio quel lo di non essere riuscito ad arrivare in Sudafrica. La sua rinascita è appena cominciata, in un altro ruolo, in una posizione non più usuale ma che comunque il siciliano ha dimostrato di saper fare propria in un attimo. Voleva far veder ai suoi nuovi tifosi di avere il carattere del combattente e subito, dall'arco, ha fatto partire la freccia. D'Agostino, il ragazzo dagli otto tatuaggi, che dalle ferite inferte dalla sua terra, la Sicilia, con le malignità sulle presunte pressioni di Dell'Utri, ha saputo sganciarsi, adesso non vuole fermarsi.
GLADIATORE - E' il gladiatore gentile, quello che ci mette la faccia, come il suo allenatore, perché nella vita, di ce, bisogna affrontare tutto: a muso duro di fronte alle avversità e a cuore aperto davanti alle gioie che ti si pongono davanti. D'Agostino ha fatto così anche lo scorso gennaio quando già la Fiorentina di Corvino ( «un uomo leale ») si era fatta avanti per acquistarlo. C'era ancora la rabbia per un trasferimento mancato, quello al la Juve, e soprattutto per le tante parole spese in quei giorni, spesso neppure vere. Sapeva però che la sua Udinese aveva bisogno anche di lui. Per questo non forzò la mano, per ché i sentimenti comunque contano. Anche nei duri.
STRADA GIUSTA - Dopo l'infortunio di Jovetic non ha perso un attimo di tempo a reinventarsi trequartista. Deve ancora acquistare il ritmo partita, mettere i 90 minuti nelle gambe, ma la strada tracciata è quella giusta. Adesso D'Agostino sogna solo di restituire il favore al compagno Gi lardino, perché fin dall'inizio non ha mai avuto dubbi, « è l'attaccante migliore » . L'uomo dai due volti, e pure il primo colpo di mercato, la differenza l'ha già fatta. Stavolta, non gli sono servite quarantotto ore. Gli sono bastati 50 minuti