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    Fiorentina, Commisso: 'In Lega qualcuno ha la puzza sotto il naso. Inter? Li abbiamo già battuti'

    Fiorentina, Commisso: 'In Lega qualcuno ha la puzza sotto il naso. Inter? Li abbiamo già battuti'

    Rocco Commisso ha parlato in un'intervista concessa a Repubblica dove ha toccato diversi temi: "Quando abbiamo vinto a Basilea sono andato sotto al settore ospiti con duemila tifosi viola in festa, mi veniva da piangere. Ho abbracciato tutti, da Italiano ai calciatori: sono tutti figli per me. Però non posso piangere, in fondo sono il presidente. Stadio? Come Fiorentina siamo fuori ormai. È il mio più grande fallimento, il più doloroso. Adesso aspetto che mi dicano quando vorranno iniziare coi lavori, quando finiranno, cosa faranno dell’area commerciale. La Fiorentina non dovrà essere penalizzata, dovrà rimanere a giocare qui magari prevedendo di lavorare a blocchi come accaduto a Udine"

    GLI ALLEATI IN LEGA - Ho buoni rapporti con Friedkin, Saputo Iervolino, De Laurentiis. Altri hanno la puzza sotto al naso. A Torino i tifosi granata hanno contestato per tutta la gara il loro presidente. Eppure, sul suo giornale, c’è scritto che hanno insultato me. È l’esempio perfetto di come Cairo utilizza il suo potere. Io rispetto i tifosi granata e la loro squadra. Napoli? I napoletani sono unici. Quando mi sono imbarcato per l’America, da bambino, l’ho fatto da Napoli e ricordo ancora il piatto di spaghetti alle vongole che mi offrì la cucina a bordo della nave. Da quel giorno è diventato il mio piatto preferito. Sono contento per De Laurentiis: siamo tutti e due del sud ed è un orgoglio. È un bene per il calcio italiano che non vincano sempre le solite squadre

    ITALIANO - Ha un contratto fino al 2024 e noi abbiamo un’opzione per portarlo fino al 2025. Lasciamolo stare sereno, ha due finali da giocare. A fine stagione poi parleremo di tutto, con serenità. Inter e West Ham? Sono due grandi squadre. Ma ce la possiamo fare. Abbiamo già battuto i nerazzurri in campionato e contro le big non siamo mai stati dominati. E poi domani andremo dal Papa, chissà

     

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