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    Fiorentina, Cabral: 'Firenze simile a casa mia. Incontrai Ronaldo, non sono riuscito a parlare'

    Fiorentina, Cabral: 'Firenze simile a casa mia. Incontrai Ronaldo, non sono riuscito a parlare'

    Arthur Cabral si è raccontato in una lettera aperta ai colleghi di Cronache di Spogliatoio dove ha approfondito tanti lati della sua carriera e del suo carattere: "Esperienza al Basilea? Fu troppo importante per arrivare dove sono adesso. Senza quell’esperienza, sarebbe stato un dramma. Se dal Palmeiras fossi arrivato alla Fiorentina, mi sarei fatto male. Un salto troppo grande. Quello step intermedio mi ha permesso di imparare molto, soprattutto che un attaccante deve anche aiutare la squadra in vari modi"

    L'INCONTRO CON IL FENOMENO - Una volta sono stato a casa di Ronaldo, il mio idolo. Il mio procuratore è suo amico, io ero un ragazzino e mi disse: «Domani non prendere impegni, ti porto a casa di Ronaldo». Non ho parlato, ero immobilizzato. Troppo nervoso e troppo emozionato. 

    LA FIORENTINA E ITALIANO - Ho trovato un ambiente più simile a casa mia. Mi ha fatto molto ridere un’immagine di me al supermercato, in cui i tifosi facevano a gara per capire cosa acquistassi quando faccio la spesa. Quando sono arrivato, ero consapevole di dovermi adattare. E infatti all’inizio ci ho messo un po’ per ingranare. Il mister non molla mai: Italiano è un motivatore intenso, un allenatore che urla sempre e che vuole concentrazione. Non molla un centimetro, è un martello. Mi ha insegnato che non devo mai perdere il focus su quello che sto facendo: fin dal riscaldamento inizia ad urlare per farci rimanere sul pezzo e concentrati. Mi ha detto che devo farlo se voglio essere un top. Questo passaggio mentale è uno di quelli che hanno fatto la differenza per la mia esplosione a Firenze
     

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