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Fiorentina, Cabral: 'Firenze simile a casa mia. Incontrai Ronaldo, non sono riuscito a parlare'
L'INCONTRO CON IL FENOMENO - Una volta sono stato a casa di Ronaldo, il mio idolo. Il mio procuratore è suo amico, io ero un ragazzino e mi disse: «Domani non prendere impegni, ti porto a casa di Ronaldo». Non ho parlato, ero immobilizzato. Troppo nervoso e troppo emozionato.
LA FIORENTINA E ITALIANO - Ho trovato un ambiente più simile a casa mia. Mi ha fatto molto ridere un’immagine di me al supermercato, in cui i tifosi facevano a gara per capire cosa acquistassi quando faccio la spesa. Quando sono arrivato, ero consapevole di dovermi adattare. E infatti all’inizio ci ho messo un po’ per ingranare. Il mister non molla mai: Italiano è un motivatore intenso, un allenatore che urla sempre e che vuole concentrazione. Non molla un centimetro, è un martello. Mi ha insegnato che non devo mai perdere il focus su quello che sto facendo: fin dal riscaldamento inizia ad urlare per farci rimanere sul pezzo e concentrati. Mi ha detto che devo farlo se voglio essere un top. Questo passaggio mentale è uno di quelli che hanno fatto la differenza per la mia esplosione a Firenze