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    Fiorentina: passi indietro a centrocampo

    Fiorentina: passi indietro a centrocampo

    • Luca Cellini
    Da reparto modello, da molti definito secondo in Italia come qualità soltanto a quello dei bicampioni d'Italia della Juventus, a zona di campo con così tante falle che è quasi un gioco da ragazzi per le formazioni avversarie avere la meglio. Il tanto decantato centrocampo della Fiorentina inizia a fare acqua e paradossalmente il tutto è iniziato dal momento dell'assenza del giocatore che per tanti mesi ha fatto la differenza in un'altra zona del terreno di gioco, ovvero l'attacco: Giuseppe Rossi. Perchè Pepito nella squadra guidata da Vincenzo Montella non era solo il terminale offensivo, ma il tuttocampista degli ultimi 30 metri, venendo a prendersi i palloni nel cerchio di centrocampo, e spaziando ovunque, comprese le fasce, per consentire a sé stesso e ai compagni di avere maggiore profondità sotto la porta avversaria.

    A fine 2013 i primi scricchioli con l'assenza del vero David Pizarro, per qualcuno con un po' troppo mal di pancia, ovvero voglia di cambiare aria, per scendere in campo sereno ed in buone condizioni con la Fiorentina in piena corsa per il terzo posto, ed impegnata in Europa League. Alla prima prestazione però da esame di laurea per Alberto Aquilani nel reinventato per lui ruolo di regista, ovvero contro la sua ex, la Roma, è arrivata una bocciatura severa, con il Principino che è stato surclassato dai vari Pjanic, Strootman e De Rossi. Non ingannino i tre gol fatti dal numero 10 gigliato contro il Genoa, quest'ultimo si è trascinato per troppo tempo un problema all'alluce, tanto da pagare dazio contro il Cagliari, dove è uscito infortunato. Quando poi Borja Valero incontra una giornata normale, gli altri accanto a lui faticano tremendamente. L'esempio è un Pizarro mai determinante come la passata stagione, ma ne risente anche Ambrosini, che in queste settimane ha un infiammazione ai tendini inevitabile per il suo sovrautilizzo nella prima parte dell'annata.

    Chi doveva fare il salto di qualità e invece ha fatto flop sono Wolski e Bakic. Il primo è molto stimato da Montella ma ha fatto piccolissime comparsate nel girone d'andata, salvo poi sparire per lunghi mesi dopo un primo tempo pessimo contro l'Atalanta, tanto da essere stato escluso dalla lista d'Europa League; il montenegrino ha rinnovato. ma paradossalmente ha fatto quasi peggio del collega polacco, con tanti piccoli infortuni che lo hanno limitato, tanto da essere scavalcato nelle gerarchie dall'ultimo arrivato Anderson. Quest'ultimo avrà anche un mancino vellutato e dimostrato personalità, ma spesso sembra un pesce fuor d'acqua nei meccanismi del gioco viola, tanto che quando è entrato a gara in corso sia con il Genoa che con l'Udinese, forse non a caso, la Fiorentina ha subito una rete determinante nei minuti finali di gara.

    L'unico che un po' si salva nel grigiore della linea mediana è Mati Fernandez, che però sembra sempre ad un passo dall'essere definitivamente maturo, senza invece diventarlo mai. E proprio dal centrocampo viola si attendono risposte nelle prossime due partite, visto che l'Atalanta ha in quella parte del campo i suoi uomini con maggior qualità (non a caso gli uomini mercato gigliato monitorano da tempo Bonaventura e Baselli) e contro l'Udinese, nel match di ritorno di coppa Italia, mancherà il faro Borja Valero, che sarà' squalificato. Quindi o arriverà una svolta, o per Montella ed i suoi ragazzi saranno guai grossi.

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