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    Il talent scout che portò Bernardeschi alla Fiorentina: 'Talento vero e ragazzo d'oro. Non si monterà la testa'

    Il talent scout che portò Bernardeschi alla Fiorentina: 'Talento vero e ragazzo d'oro. Non si monterà la testa'

    • Luca Cellini

    Ilario Saturni fa il talent scout e l’allenatore per la società dilettantistica dell’Isolotto, quarant’anni di storia festeggiati da poche ore, ma quando parla con Calciomercato.com, gli brillano gli occhi per una delle sue scoperte più importanti, quel Federico Bernardeschi protagonista con la Fiorentina di Montella e con l’Under 21 di Luigi Di Biagio, in questo mese di settembre.

    Bernardeschi con l'infortunio di Gomez avrà molte più chance di giocare titolare, non c'è il rischio che possa montarsi la testa?
    "Non ho alcun minimo dubbio sul fatto che Bernardeschi non solo è arrivato alla stagione chiave per la sua definitiva maturazione ad alti livelli ma non sbanderà montandosi la testa. Il ragazzo è intelligente e ha una famiglia alle spalle solida, che gli ha dato valori importanti. Un anno fa, quando è andato al Crotone, mi vennero i brividi a pensare che fu uno dei primi che portai alla Fiorentina. Oggi i brividi mi sono tornati vedendo quel viso di bambino cresciuto, segnare in campo internazionale". 

    In che cosa vede cresciuto Bernardeschi?

    "Ha una capacità straordinaria di calarsi nelle situazioni di gioco. E’ come se quell’interruttore che andava pigiato in termini di personalità, finalmente fosse stato spinto. I mezzi li aveva fin da quando era un ragazzino nel club empolese del Ponzano. Oggi è uomo, ed anche se penso voglia nascondere quello che veramente ha dentro, nel timore di perdersi o di cadere in errore, è quel bambino che sorrideva dietro ad un pallone, quando lo vidi calciare per la prima volta, all’eta’ di 8 anni".

    Che cosa gli direbbe se lo incontrasse oggi?

    "Non ci sarebbero bisogno di parole. L’ho stimato prima come ragazzino e poi come calciatore. La Fiorentina lo ha fatto crescere, dandogli anche le giuste istruzioni sul giorno dopo giorno in questa realtà e ha fatto benissimo a farlo uscire di casa, mandandolo a giocare in Calabria, un anno fa. Oggi vederlo con la maglia azzurra, titolare nelle scelte di un’esigente come Di Biagio, mi fa intuire che per lui il futuro è tracciato. Rimarra’ se’ stesso, con magari più gente intorno a lui, ma il Federico Bernardeschi di sempre, genuino, vero, non ce lo vedo proprio personaggio come tanti calciatori piu’ attori che atleti di questo periodo moderno".


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