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    Fiorentina all'Olimpico: alla fine ha vinto la stanchezza

    Fiorentina all'Olimpico: alla fine ha vinto la stanchezza

    • L.C.
    Stavolta ha vinto la stanchezza. Sotto i colpi di una scatenata Lazio, la Fiorentina crolla all’Olimpico e interrompe nel peggiore dei modi la sua striscia di 13 risultati utili consecutivi che durava dal 6 gennaio scorso. Senza mezzo attacco e con diversi giocatori non al meglio della condizione, i viola, scrive il quotidiano Il Corriere fiorentino, hanno pagato la fatica dei mille impegni di questo periodo (giovedì a proposito c’è la Roma in Europa League) e probabilmente anche un certo rilassamento psicologico dopo le imprese con Tottenham, Inter e Juventus: un passo falso dunque poteva anche starci, ma un passivo così pesante, con un pizzico di attenzione in più, poteva essere evitato.
    Pronti via e si capisce subito che per Montella sarà una serata difficile. La Lazio, con Felipe Anderson sempre frizzante sulla fascia, parte fortissimo e segna con con gran tiro di Biglia. Avanti di un gol, la squadra di Pioli continua a spingere, domina il gioco e mangia gol in sequenza, con Anderson, Klose e Mauri, sempre respinti da un Neto che diventa addirittura miracolo su un altro bolide da fuori di Biglia (poi finito sul palo).
    Spuntata con Ilicic falso nove e Salah in versione chi l’ha visto, la Fiorentina nella ripresa cambia uomini (dentro Pizarro e Gila) e prova a scuotersi. Quello viola però è un fuoco di paglia che dura fino all’ingenuo fallo di Tomovic sul solito Felipe: rigore, gol di Candreva e partita in ghiaccio per i biancocelesti. Nel finale così la Fiorentina non c’è più e finisce per subire una evitabilissima doppietta di Klose, che rende ancora più amara la sconfitta viola. Lo 0-4 ovviamente allontana la zona Champions (Lazio e Napoli adesso hanno 4 punti in più dei viola) e riporta coi piedi per terra una squadra che pareva volare: in vista di giovedì, Montella dovrà lavorare soprattutto dal punto di vista mentale. Perché per battere la Roma, una serata del genere va dimenticata prima possibile.

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