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    Fiorentina a Siviglia: notte di fuoco aspettando il sogno

    Fiorentina a Siviglia: notte di fuoco aspettando il sogno

    • L.C.
    Qui si bolle. Trentadue gradi all’ombra e anche di più nel pancione dello stadio Ramòn Sanchez Pizjuàn, dove Siviglia e Fiorentina vivono la loro vigilia fatta di parole, complimenti reciproci e inevitabili tatticismi. Nella strade i dubbi sono zero: «Venceremos» cantano i sevillanos biancorossi, che rispettano la Fiorentina giusto il tempo di un educato aggettivo tipo “buena equipo” e poi la scansano con un braccio per guardare meglio lo stadio di Varsavia, quello dove tutti sono già sicuri di avere un posto prenotato. I giornali trattano questo passaggio come un simpatico evento deciso dalla sorte, e intanto, davanti ai bar, mentre qualche lontano parente dei Gipsy Kings ulula la solita “Bamboleo”, la gente gode per la sconfitta del Real Madrid, nemico dei biancorossi che da pochi giorni è passato da qui per mettere sotto la squadra di casa. Umori inversi, tra Firenze l’antibianconera e il Siviglia antimadridista.
    Che poi le due squadre si giocano questa strana partita Italia-Spagna a ruoli invertiti scrive il quotidiano La Repubblica edizione di Firenze: la Fiorentina spanish, quella del possesso palla e del tocco e del tocchetto, gli andalusi “italiani” dentro, squadra molto attenta e pratica, centrocampo muscolare e ripartenze vecchio stile. Bacca ha segnato 20 gol nella Liga, Gomez 4 in campionato. E fa bene Montella a portare il tedesco in sala stampa, perché lui deve tornare protagonista: la Fiorentina ha bisogno di Mario. Perché glielo leggi in faccia a tutti che questa è davvero una sfida più speciale di tutte le altre. Lo leggi dalla lista dei convocati, che include tutti, ma proprio tutti, anche quelli che non figurano nella lista Uefa.
    Da questo doppio confronto passa tutta la stagione della Fiorentina, gli umori dei tifosi, le scelte future, l’entusiasmo e chissà cos’altro. La Fiorentina sente l’adrenalina: eventi così sono rari. Rari come quella semifinale del 2008: una storia sulla carta più facile che si arenò ai rigori davanti alla curva Ferrovia. Che tristezza, quella sera. Coi Rangers che festeggiano e qualche schiaffo che vola nello spogliatoio viola. Nessuno può permettersi di ridacchiare dopo aver perso l’accesso a una finale. Storie vecchie e sepolte. Intanto qui aspettano l’arrivo di Andrea Della Valle. Anche lui ha fame, anche lui ha condiviso fin dall’inizio l’idea che questo torneo fosse l’obiettivo più importante. Sollevare questa coppa non è più un evento di secondo piano come qualche anno fa. I top club si giocano la Champions, mezzo gradino sotto gli altri provano la strada alternativa. Non a caso una società come il Siviglia da anni lavora su questo fronte. Barcellona e Real davanti in campionato.
    Abilitazione alla Champions sì ma fino a un certo punto, e quindi, se hai qualche ambizione, non resta che l’Europa League. E la Fiorentina ha giustamente seguito questa strada, seguendo forse inconsciamente un modello che le somiglia un bel po’: perché il Siviglia a suo tempo ha rischiato di sparire sommerso dai debiti. E, quando dopo anni difficili la società è ripartita, la strategia ha tenuto conto delle paure attraversate: attenzione ai conti e grande scouting in giro per il mondo. Ecco allora una squadra solida e compresa nel suo ruolo di grande un passo sotto le grandissime. Ed ecco la Fiorentina che mette le gambe sull’erba di questo stadio con la consapevolezza di poter cercare l’impresa, forte della sua vocazione europea e della sua fame atavica. E se vi chiedete come farà Montella, dietro le quinte dell’ufficialità dicono che qui conta giocare compatti e mettere insieme coraggio e saggezza. Mai lasciare spazi ai tre dietro a Bacca, semmai cercare di recuperare palloni per la velocità di Salah, i dribbling di Joaquin e le sponde di Gomez. Coraggio ragazzi, stupiteci ancora.

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