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    Finisce il Ramadan e si placano le polemiche: i casi più discussi

    Finisce il Ramadan e si placano le polemiche: i casi più discussi

    • Riccardo Barlacchi
    Anche per quest’anno i calciatori musulmani della Serie A salutano il Ramadan, il periodo di digiuno diurno e astensione dall’acqua fino al tramonto in ricordo della prima rivelazione a Maometto. Nel massimo campionato italiano, i calciatori che seguono la pratica sono sparsi nei vari club. Le squadre prime della lista per numero di praticanti sono Milan e Napoli. Bennacer, Thiaw e Bakayoko seguono abitualmente il Ramadan che, ricordiamo, si svolge in un lasso di tempo di un mese con cadenza variabile a seconda degli anni. Sulla sponda partenopea si contano Anguissa, Rrahmani ed Elmas. L’inter ne ha due: Dzeko e Calhanoglu. Seguono Torino (Vojvoda e Seck), Sassuolo (Muldur e Harraoui), Juventus (Pogba), Fiorentina (Amrabat), Roma (Celik), Spezia (Shomurodov) e Bologna (Barrow).

    LE POLEMICHE - Non sono mancate discussioni, non solo in Italia, ma anche all’estero. Al centro del dibattito c’è la tenuta atletica dei calciatori, che a causa del digiuno e dell’impossibilità di dissetarsi fino al calar del sole, potrebbero avere delle ripercussioni fisiche in campo. Gli episodi che hanno suscitato curiosità, dubbi e polemiche nell’ultimo mese non sono mancati: da quello di Amrabat che mangia una banana e beve dell’acqua durante Inter-Fiorentina, fino al campionato francese, dove l’Islam è di casa. Qui, il tecnico del Nantes Antoine Kombouaré ha escluso dalle convocazioni un suo giocatore, Jaouen Hadjam, colpevole di aver seguito il Ramadan. La giustificazione del tecnico è stata: “Ci sono delle regole, si mangia tutti insieme”. I rumors non hanno risparmiato neanche il tecnico del Psg, Christophe Galtier, accusato, nel corso del suo passato al Nizza, di aver lasciato di proposito in panchina alcuni giocatori musulmani durante il periodo in questione.

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