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  • Finisce il monopolio della Uefa, vince la Superlega: Agnelli aveva ragione, ma ha sbagliato tempi e modi

    Finisce il monopolio della Uefa, vince la Superlega: Agnelli aveva ragione, ma ha sbagliato tempi e modi

    • Giancarlo Padovan
      Giancarlo Padovan
    A ventotto anni dalla sentenza Bosman, un altro verdetto è destinato a sconvolgere  il calcio mondiale: l’Uefa e la Fifa non possono essere più monopoliste, quindi esclusiviste delle manifestazioni sportive. E nemmeno custodi gelose dei regolamenti e delle sanzioni. Anche se il presidente dell’Uefa, Aleksander Ceferin, ha cercato di rovesciare la sentenza a suo favore (“consideriamo la decisione come un’opportunità per migliorare alcuni regolamenti”), la più importante istituzione europea ne esce sconquassata. Vince, manco a dirlo, la Superlega, oggi A22 (sembra un’autostrada e, forse, la metafora non è propriamente casuale), fondata da Andrea Agnelli, con i sodali Perez, presidente del Real Madrid, e Laporta, presidente del Barcellona. Andrea - cacciato, squalificato, vilipeso, autoesiliato in Olanda -  continuerà a far calcio ad altissimo livello, probabilmente al massimo. E peggio per la Juventus se, per non incorrere in punizioni più gravi dell’Uefa, ha rinnegato il progetto, beccandosi comunque un anno di esclusione dalle Coppe Europee. 

    Naturalmente la Superlega avrà bisogno di tempo e di adesioni, ma il cammino è tracciato e il futuro non potrà che demolire i vecchi principi e affermare una liberalizzazione per i club. Come Bosman liberò i calciatori dai legacci del parametro, una sorta di imposta arbitraria, nonostante il contratto fosse scaduto. 

    I rischi di un calcio a due o tre velocità ci sono tutti. Sul fatto che i soldi, versati dalla Superlega e incassati dalle società, saranno decisivi, non esistono dubbi. Ma le competizioni interne non spariranno, né saranno meno belle o meno poetiche. Tra l’altro, la stessa Superlega, contempla il mantenimento dei campionati nazionali. Forse quella di Agnelli era una buona idea anche un paio di anni fa, quando, del tutto incautamente, l’allora presidente della Juventus, tentò una sorta di golpe notturno Quello fu un errore. Ma la necessità di avere un calcio più competitivo e più sostenuto, non è né peregrina, né impossibile.
     

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