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    Figuraccia Lazio, Mourinho e Sarri le più grandi delusioni della stagione. Una squadra ha giocato, l'altra no

    Figuraccia Lazio, Mourinho e Sarri le più grandi delusioni della stagione. Una squadra ha giocato, l'altra no

    • Giancarlo Padovan
      Giancarlo Padovan
    Ci sarà un altro derby di Milano - questa volta di Coppa Italia - e varrà la finale. Le partite saranno due (andata e ritorno sempre a San Siro) e impreziosiranno una competizione che solo nella fase conclusiva conserva il proprio avvincente spettacolo. Ci sarà un altro derby di Milano perché, come l’Inter, martedì sera, ha battuto la Roma, ieri il Milan ha travolto la Lazio (4-0) ribadendo, ove mai ce ne fosse ancora bisogno che, come dice la classifica di serie A, nel calcio c’è una differenza abissale tra la capitale economica e quella politica. Roma, sede della finale unica, perde a distanza di ventiquattr’ore le due squadre cittadine che erano riuscite, in verità con pochi meriti, ad arrampicarsi fino ai quarti.
    E se la Roma ha almeno la scusante parziale di avere affrontato i campioni d’Italia, sempre in testa al campionato, limitandone l’impeto rabbioso dopo il derby perso, la Lazio ha fatto un’autentica figuraccia, subendo tre reti nel primo tempo e una nel finale di partita, nonostante il Milan avesse smesso di premere, pressare e attaccare.

    DELUSIONI ROMANE - José Mourinho e Maurizio Sarri, appaiati in classifica ed entrambi estromessi dalla Coppa Italia, sono le due più grandi delusioni della stagione. Solo la conquista di una coppa internazionale (l’Europa League per la Lazio, la Conference League per la Roma) potrebbe lenire una stagione che rischia di essere fallimentare sotto tutti i punti di vista e di minare il futuro dei due tecnici. Il Milan è di sicuro superiore alla Lazio, ma quattro gol di differenza indicano che una squadra ha giocato, mentre l’altra si è limitata a fare da spettatrice. Il discorso, per chi ha perso, si aggrava se si considera che l’avvio è stato tutt’altro che travolgente e che il Milan, nei primi venti minuti a ritmo compassato e con molti errori, aveva tirato in porta una sola volta (Kessie all’11’), mentre la Lazio mai.

    PRIMO TEMPO - La partita ha preso la sua direzione quasi placidamente. Era il 23’ e Romagnoli, dalla propria metà campo, ha lanciato in verticale, rasoterra per Leao che è scattato in posizione regolare, correndo verso la porta senza che Luiz Felipe e Hysaj stringessero la marcatura o opponessero una qualsiasi resistenza. Anzi in quel varco creato dal lancio di Romagnoli, il portoghese ha potuto incunearsi con tranquillità, fino ad arrivare in piena area, dove, di sinistro, ha battuto Reina. Nemmeno il portiere è esente da colpe, perché il diagonale non era né forte, né angolato. Si è capito subito che la Lazio non aveva la forza e le idee per reagire. Difesa distratta (Hysaj, Luiz Felipe, Patric, Marusic), centrocampo approssimativo (Milinkovic Savic, Cataldi e Basic), tre punte (Immobile, Felipe Anderson e Zaccagni) quasi mai servite. Era chiaro che avrebbe subito sia il palleggio del Milan, sia il suo controllo. Ma non trattandosi di un Milan arrembante, la Lazio aveva tutta la possibilità di restare in partita se solo avesse reperito un minimo di ordine e di costruzione di gioco. Invece, pur migliorando da metà ripresa fino al 40’, la squadra di Sarri si è presentata davanti a Maignan una sola volta: quando Immobile, lanciato da Milinkovic Savic, si è fatto anticipare da un’uscita spericolata del portiere francese e sullo slancio, molto lealmente, non è andato a cercare il contatto.

    TRACOLLO - Forse se il primo tempo fosse finito con uno scarto minimo, la Lazio avrebbe avuto qualche motivazione in più per giocare una ripresa dignitosa, ma la doppietta di Giroud, nel giro di quattro minuti, gli ultimi prima dell’intervallo, ha sprofondato i biancocelesti. Anche in questo caso a far scattare il contropiede del Milan è stato un errore a centrocampo. Segnatamente di Basic che ha regalato palla a Brahim. Il trequartista ha accelerato nello spazio vuoto e contro una linea difensiva che è andata ad appiattirsi. Poi, poco prima di entrare in area, ha servito Leao che con un dribbling ne ha fatti fuori due (Luiz Felipe e Patric), quindi a regalato a Giroud il più comodo dei gol sotto porta. Simile in tutto anche la doppietta del francese. Sempre Diaz ha espropriato lo spazio tra le due linee spaiatissime della Lazio, poi ha spostato sulla sinistra per Theo Hernandez che ha crossato rasoterra dalla stessa posizione di Leao. Ancora una volta Giroud, dietro la linea dei difensori statici, ha messo dentro. Fine dei giochi, ma non fine del supplizio. I calciatori del Milan sono stati molto gentili a non pigiare sull’acceleratore, la Lazio ha fatto girare palla più per tenerla lontana dalla propria porta che per attaccare quella avversaria. I cambi sono serviti più a far perdere tempo che a modificare strategia, tranne l’ultimo, quello di Immobile sostituito da Raul Moro dopo uno scontro doloroso con Kalulu. Il centravanti, infuriato, si sarebbe fatto sfuggire qualche apprezzamento poco gentile nei confronti dei compagni (“banda di scarsi”) anche se l’audio galeotto, sottolineato in telecronaca, non ha un padrone certo. Tutti avrebbero volentieri fatto a meno del secondo tempo. Tranne Kessie che, da una punizione mal rinviata dalla difesa laziale, è andata ad arpionare con il destro il pallone del 4-0. Più che una vittoria gloriosa del Milan, la resa incondizionata della Lazio. E l’attesa per il derby delle rivincite.

    IL TABELLINO

    RETI: 24′ p.t. Leao (M), 41′ p.t., 45’+1′ p.t. Giroud (M), 34' p.t. Kessie (M).

    MILAN (4-2-3-1): Maignan; Calabria (dal 32′ s.t. Tomori), Kalulu, Romagnoli, Theo Hernandez; Kessiè, Tonali (dal 1′ s.t. Bennacer); Messias (dal 16′ s.t. Saelemaekers), Diaz, Leao (dal 32′ s.t. Maldini); Giroud (dal 16′ s.t. Rebic). All. Stefano Pioli.

    LAZIO (4-3-3): Reina; Hysaj (dal 17' s.t.′ Lazzari), Luiz Felipe, Patric, Marusic; Basic (dal 6' s.t. Luis Alberto), Cataldi (dal 6′ s.t. Leiva), Milinkovic-Savic; Anderson (dal 6′ s.t.Pedro), Immobile (dal 23′ s.t. Moro), Zaccagni. All. Maurizio Sarri.

    Arbitro: Simone Sozza di Seregno.

    Ammoniti: Luiz Felipe (L), Tonali (M)

     

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