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    Figc, passa la riforma di Gravina che accusa: "Lotte di potere, mi vergogno". Dalla Serie A nessun voto a favore

    Figc, passa la riforma di Gravina che accusa: "Lotte di potere, mi vergogno". Dalla Serie A nessun voto a favore

    • Redazione CM
    L’Assemblea straordinaria per la modifica dello Statuto della Figc, caratterizzata negli ultimi giorni da tensioni soprattutto tra Federazione e Serie A, si apre con un discorso durissimo del presidente Gabriele Gravina, che come previsto va dritto per la sua strada, ribadendo la validità della proposta depositata mercoledì scorso e che sarà presto messa ai voti, come riporta Gazzetta.it: “Ognuno di voi è chiamato ad esprimere la propria opinione attraverso un voto palese su una proposta di riforma che intende proprio rinnovare quel patto federativo, basato sul rispetto e sulla responsabilità. Senza queste due caratteristiche di valore, infatti, non ci può essere vera democrazia. Piuttosto un ripetuto e inaccettabile tentativo di prevaricazione del più forte sul più debole e del più aggressivo sul più mite. Di fronte a queste alternative, io sarò sempre dalla parte di chi vuole parlare e spiegarsi, di chi predilige i contenuti ai semplici slogan e di chi rifiuta l’arroganza per principio, con convinzione”. 

    Quindi Gravina attacca, come si legge su Gazzetta.it: “Nelle ultime settimane, se non addirittura negli ultimi mesi, purtroppo ciò non è avvenuto, dobbiamo essere onesti. Abbiamo assistito a riunioni - ufficiali e non - nelle quali il linguaggio, se non addirittura i concetti espressi, non si sono ispirati ad alcun tipo di fair play. È avvenuto di peggio: un avversario in campo, seppure in quello della politica federale, è diventato bersaglio di infamie e dossieraggi, ma diamo tempo al tempo, perché su questi si esprimeranno presto gli organi competenti. Ebbene, io non mi riconosco in questo modo di fare, anzi mi vergogno per coloro che agiscono così, in quanto il loro obiettivo non è instaurare rapporti basati sulla fiducia in cui vi sia una comunicazione aperta e cristallina. La nostra identità e comprensione crescono e si arricchiscono solo nel confronto rispettoso con l’altro. Il rispetto, inoltre, è il presupposto per la responsabilità. Una persona rispettosa verso se stesso e verso gli altri mantiene la parola data, agisce in buona fede, sapendo bene che il calcio non appartiene a nessun presidente di Club, a nessun presidente di Lega e nemmeno a quello della Federazione, ma il calcio è un insieme di passioni, interessi e valori che non si possono ridurre sempre e per forza ad una mera lotta di potere”.

    CASINI, IL RICORSO E LA PROPOSTA - La parola va poi al numero uno della Lega Serie A Lorenzo Casini che entra nel merito dei cambiamenti previsti dal presidente federale, chiedendo che l’autonomia deve essere riconosciuta su “quello che riguarda la Serie A e non ‘esclusivamente’ la Serie A”, poi rivendica un maggior numero di consiglieri (5 e non 4) e di rappresentanza assembleare (20% e non 18%) e in caso di conflitto con la Figc che la A abbia l’ultima parola, una sorta di parere vincolante.

    GRAVINA REPLICA - Gravina quindi replica: "La guerra contro la Lega di A? Contano i verbali dei Consigli federali, non quello che viene detto dopo. Quanto alla possibilità di togliere la parola 'esclusivamente' dalla proposta sull'autonomia per quanto riguarda la Serie A, non è assolutamente accettabile. In quel modo la A potrebbe decidere su tutto". 

    IL VOTO - Si va dunque al voto. I delegati accreditati sono 253 sui 283 aventi diritto, per un totale di 461,69 voti su 516. La proposta di Gravina - votata articolo per articolo - ottiene un'ampia maggioranza, ma la Serie A ha sempre evitato con ogni suo delegato di esprimere voto favorevole (solo una preferenza all'articolo che toglie la rappresentanza all'Aia): 8 i voti contrari e 12 gli astenuti. 

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