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    Gravina: 'Il calcio italiano non può più aspettare. La Serie B resta a 19, ma la vogliamo a 20. Su giovani e donne...'

    Gravina: 'Il calcio italiano non può più aspettare. La Serie B resta a 19, ma la vogliamo a 20. Su giovani e donne...'

    • Giacomo Brunetti, da Fiumicino
    Il nuovo Presidente della FIGC Gabriel Gravina - eletto alla prima votazione con il 97,20% dei voti - ha parlato in conferenza stampa. Con lui tutte le componenti, tranne Damiano Tommasi.

    Ecco le dichiarazioni di Gravina:
     
    "Siamo pronti per lavorare, la formazione è al completo come ho accennato precedentemente. Siamo dei titolari, tutti pronti a dare un contributo per il rilancio del calcio italiano. Il compito è difficile, conosciamo le insidie. Abbiamo una responsabilità. Sarà un percorso contro il tempo, non ne abbiamo molto. Questo è un progetto che richiede tanta volontà. Se condividiamo tutto il tempo sarà importante ma giocherà a nostro favore.

    Cosa deve fare il Consiglio Federale? La priorità saranno gli organi non in grado di partire. Servirà completarli. Nell'arco di qualche giorno voglio risolvere la questione. Spero che già in settimana ci possa essere la soluzione e la prossima la convocazione del Consiglio. Priorità assoluta. Primo atto Federale dovranno essere le nuove licenze federali per eliminare zone grigie sull'iscrizione ai campionati. Mi appellerò alle norme previste, l'argomento è molto dibattuto. In tempi rapidi sarà convocata Assemblea entro quattro mesi.

    Che sapore ha questo 97,20%? Sensazione direttamente proporzionale al senso di responsabilità. Segno di grande attenzione da parte del mondo del calcio.

    Destino del calcio femminile? È stato inserito nella forma programmatica, è un'area alla quale la Federazione vuole dedicare molta attenzione. Sviluppo all'interno della nostra casa madre, ora tutti parlano dello sviluppo del calcio femminile ma la Lega Nazionale Dilettanti si è caricata per anni l'onere e questo va riconosciuto.

    Quel 3% scontento? Il 97% non è la consacrazione della mia leadership, bensì dell'esigenza di rifondazione.

    Compattezza? Non c'è Tommasi a questo tavolo, ma non voglio aprire dibattiti, inviteremo sempre tutti. Qui c'è da lavorare.

    Cosa temo? Conosciamo problemi, soluzioni sono sotto gli occhi di tutti. Bisogna avere decisione. Il problema non è il tempo a disposizione, è che il calcio italiano non può più aspettare, servono risponde immediate.

    Calcio professionistico? Serve tutela dei diritti e dei vincoli legati al professionismo. Abbiamo previsto l'obbligo di investire il credito d'imposta, significa muovere l'economia e mettere a posto le nostre strutture. Sarà utile per tutti gli sport dilettantistici per diventare più grandi, rivedendo una legge del 1981.

    Tregua con il CONI e sintonia con il Governo? Dobbiamo nel rispetto dei ruoli avviare un percorso di collaborazione con tutti gli enti istituzionali. Iniziando dal CONI e dal Governo. Ci saranno verifiche e controlli sui conti.

    Questione della Serie B? Dobbiamo innanzitutto attendere le decisioni degli organi di Giustizia. La B è a 19 squadre, abbiamo indicato la strada per un formato a venti. Vogliamo consolidare questo formato. Bisogna modificare gli articoli: quando verrà approvato tutto questo, affronteremo immediatamente il tema di promozioni e retrocessioni. Ormai la linea è tracciata: quando ci sarà una decisione decisiva sui format, avverrà una ricomposizione tendente al dialogo con chi si sente minato nei propri diritti.

    Sostenibilità? Progetto organico, non guarda solo alle risorse ma anche alla capacità di investire maggiormente sui giovani e sull'esistenza di opportunità significative che chiederemo pure al Governo, come le scommesse. E poi le infrastrutture.

    Il nuovo Club Italia? Abbiamo già parlato di questo, sarà una struttura autonoma. Avrà un riferimento nel Presidente Federale, avrà un organismo di gestione come un club. Ci sarà un'area dedicata anche alla Storia".

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