Figc, anche Atalanta e Verona potrebbero mollare Tavecchio
La stessa percentuale è attribuita ai Dilettanti, mentre i cinquantadue delegati dell’Associazione italiana calciatori esprimono il 20 per cento dei voti, gli allenatori si fermano al 10% e gli arbitri valgono il due. Senza “Optì Poba” e tutte le polemiche che ne sono seguite, Tavecchio era certo di un voto quasi all’unanimità delle leghe professionistiche che lo avrebbe proiettato attorno al 66 per cento di preferenze. Che tradotto in termini pratici avrebbe significato incoronazione alla seconda votazione. Il sistema elettorale prevede infatti che il presidente venga eletto al primo scrutinio se il candidato ha ottenuto almeno il 75 per cento dei voti, una soglia che si abbassa ai due terzi al secondo giro (ovvero alla ex “quota Tavecchio”).
Se nessuno dei due candidati raggiunge la soglia stabilita dall’articolo 24, alla terza “chiama” basta il 50% più uno dei voti. Sarà questo lo snodo cruciale. Allo stato attuale, il numero uno della Lnd ha ancora preferenze sufficienti per farcela ma se il fronte di coloro che non appoggiano l’ex sindaco di Ponte Lambro dovesse crescere nei prossimi giorni, l’assemblea si ritroverebbe a non eleggere alcun candidato. È infatti improbabile che un numero sufficiente di squadre viri su Albertini determinando un ribaltone dell’ultim’ora, mentre è più ragionevole pensare che fiocchino schede bianche impantanando i lavori. Soprattutto se la fronda “NoTav” dei presidenti di A dovesse aggiungere qualche altra pedina.
Attualmente i numeri dei dissidenti è fermo a nove su venti ma tentennano anche Hellas Verona e Atalanta. Un capovolgimento della situazione nella massima serie non basterebbe a togliere la maggioranza a Tavecchio ma provocherebbe un’inversione di tendenza generale. Al di là del 12 per cento di “peso” nelle urne, la forza politica della A è notevole e un documento formale delle società che si sono allineante al pensiero della Juventus avrebbe effetti dirompenti sulla ventina di società appartenenti alla LegaPro non esattamente allineate con il Macalli pensiero.
In una situazione di grande incertezza e venuto meno l’appoggio della maggioranza dei club più importanti, Tavecchio potrebbe optare per un passo indietro oppure fidarsi della citazione di Lotito ed andare comunque alla conta dei voti. A quel punto, nel segreto dell’urna, nulla sarebbe scontato.
Andrea Tundo
ilfattoquotidiano.it