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    Il 'Principe' Giannini: 'Olimpiadi 2016, ci sarò col mio Libano'

    Il 'Principe' Giannini: 'Olimpiadi 2016, ci sarò col mio Libano'

    Allenare la Nazionale del Libano. E' questa l'ultima sfida del "Principe" Giuseppe Giannini che, dopo alcune esperienze in Italia su panchine di B e Lega Pro, ha deciso di buttarsi in una nuova avventura professionale, accettanto nel giugno 2013 l'incarico di commissario tecnico della rappresentativa asiatica. 

    In un'intervista pubblicata su FIFA Weekly, il settimanale di approfondimento della Federazione Internazionale, Giannini si è aperto, raccontando la propria esperienza, le difficoltà e le gioie dei primi 15 mesi di lavoro in Libano.

    INIZIO INCORAGGIANTE - "In questi primi mesi abbiamo fatto un buon lavoro sul campo: basti pensare che quando sono arrivato il Libano occupava il 132° posto nel ranking FIFA, mentre ora siamo al 121° ed abbiamo avviato un trend certamente positivo. Recentemente siamo stati esclusi dalla Coppa d'Asia a causa di un gol preso nei minuti finali della partita decisiva contro la Tailandia e che ha permesso alla Nazionale Cinese di qualificarsi al nostro posto per la migliore differenza reti. Ma non posso recriminare nulla ai miei giocatori, perchè hanno comunque fatto grandi cose e meritano il mio rispetto. Nel 2014 infatti non abbiamo ancora perso e il recente pareggio per 2-2 contro la Nazionale Olimpica del Brasile ha regalato grande gioia a tutto il popolo libanese".

    LA NAZIONALE - "I giovatori libanesi sono solitamente rapidi e dotati tecnicamente, ma la nostra più grande debolezza è la mancanza di esperienza tattica. Sono qui per aiutare i giocatori ad acquisire maggiore consapevolezza tattica. E' un percorso lungo, perchè significa concentrarsi su ogni giocatore, investendoci molto tempo durante gli allenamenti, ma il lavoro sta pagando e il risultato sorprendendo ottenuto contro il Brasile lo dimostra".

    LA SITUAZIONE POLITICA - Oltre a problematiche legate alla qualità dei giocatori o degli impianti, ciò che rende difficile lavorare in un paese come il Libano è certamente la situazione politica e culturale ed infatti Giannini spiega che "è difficile per chi viene da fuori comprendere la situazione che c'è qui. Ad esempio, poco tempo fa una bomba è esplosa nei pressi del mio hotel e non è stato facile poi chiedere ai miei giocatori di allenarsi in quelle condizioni, come se nulla fosse accaduto. Di fronte a certe situazioni il calcio perde di importanza e viene messo da parte ma qui, anche se a volte siamo costretti a giocare a porte chiuse o in altri paesi per motivi di sicurezza, la gente vive una grande passione per il calcio ed è molto legata alla Nazionale."

    OBIETTIVO RIO 2016 - "Sono venuto qui con l'intenzione di formare una nuova generazione di talenti e porre delle buone basi per il futuro. Infatti, faccio il selezionatore anche per l'Under 23, oltre che per la Nazionale maggiore, e spesso seguo partite di calcio femminile. Ci vorrà tempo e pazienza, soprattutto per l'assenza di adeguate strutture per la formazione dei giovani calciatori, ma guadagnarsi la qualificazione per le Olimpiadi del 2016 è sicuramente un obiettivo realisticamente raggiungibile."

    In chiusura, un nome buono per il mercato: "Potenzialmenrte abbiamo uno o due buoni giocatori, come Hassan Maatouk (centrocampista 27enne che gioca per l'Al-Shaab negli Emirati Arabti Uniti), che potrebbe sfondare all'estero".

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