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Ferrero ha tre motivi per vendere la Sampdoria: dalla contestazione dei tifosi ai problemi finanziari
Almeno tre indizi congiurano a ritenere che alla fine Ferrero potrebbe lasciare la proprietà e la presidenza della Sampdoria, ricevuta cinque anni fa gratuitamente da Edoardo Garrone, il quale infiocchettò l’incredibile cadeau con ulteriori 15 milioni di euro cash e la garanzia bancaria alle fideiussioni in essere: ulteriori venti milioni. Il minimo che si possa dire è che Ferrero è un uomo fortunato e però la sua ingordigia potrebbe perderlo. Non lo accontentano gli 80 milioni offerti dal gruppo Vialli? In effetti quei soldi basterebbero appena a risolvere i suoi problemi di impresa al di fuori del calcio. Ed eccoci alle tre ragioni che potrebbero indurlo (o costringerlo) a disfarsi della Sampdoria. La conclamata volontà di diventare il padrone del Palermo calcio, virtualmente risucchiato in serie D a causa dell’insolvenza dei suoi proprietari, passa attraverso l’avviso di gara che il sindaco della città, Leoluca Orlando, lancerà subito dopo il 12 luglio, quando l’esclusione del club rosanero dalla serie B - salvo accoglimento del ricorso presentato alla Figc - diverrà ufficiale. Orlando ha chiarito che oltre ai requisiti di affidabilità finanziaria e di onorabilità, il futuro padrone del Palermo non dovrà essere proprietario di altre società di calcio professionistiche. Questa condizione non impedirà di partecipare al bando ma costituirà un fattore negativo nell’aggiudicazione del club, che il sindaco ha assunto come sua personale responsabilità. Ergo, Ferrero deve vendere la Sampdoria se intende davvero correre per diventare il proprietario del nuovo Palermo calcio.
Seconda ragione. Le sue aziende private versano in grave situazione debitoria. Secondo Milano Finanza – che ha consultato i documenti originali e non ha ricevuto alcuna smentita in proposito– la Eleven Finance, società che cura gli interessi immobiliari di Ferrero, ha accumulato perdite di oltre 55 milioni di euro nell’esercizio 2018, un “rosso” che va a sommarsi ai 47,2 milioni di euro di debiti bancari e ai 25,4 milioni di debiti tributari. A settembre andrà in scadenza il finanziamento di 31,7 milioni di euro ricevuto l’agosto scorso da Ferrero per scongiurare il pignoramento dei quattro locali della sua catena cinematografica, tra i quali il prestigioso cinema Adriano di Roma. Quei soldi vanno restituiti. Senza remissione. Per riuscirci senza vendere la Sampdoria Ferrero dovrebbe mettere sul mercato il proprio patrimonio immobiliare (una schiera di condomini nella periferia romana), valutato 72 milioni di euro. Terza ragione che suggerisce a Ferrero di vendere la Sampdoria, la contestazione popolare che sta dilagando a macchia d’olio, con tanto di manifestazioni di piazza e perentori inviti ad andarsene da parte dei capi ultras. Un atteggiamento inusuale in un pubblico tradizionalmente governativo che però ha accumulato una forte animosità nei suoi confronti, a causa delle esternazioni sbalestrate (“prima di me vi conoscevano da Recco a Chiavari” “l’inno fa schifo”) e del sostanziale disprezzo per la storia del club. La politica delle plusvalenze che ha rimesso in ordine i conti della società a lungo andare è diventata stucchevole e lo stesso Ferrero ha ammesso di non poter fare di più per rafforzare il ranking della Sampdoria. A sostegno del cambio della guardia è sceso in campo anche Edoardo Garrone. L’ex presidente aveva attaccato pubblicamente Ferrero: “Se non vende è un pazzo” ed è intervenuto per far ripartire la trattativa con il gruppo Vialli, Missione compiuta.
Ora la palla è nel campo del Viperetta. Che ieri, alla presentazione del nuovo allenatore, Eusebio Di Francesco, ha alzato il muro. “Non fatemi domande sulla cessione del club. Del resto, da quel che leggo, voi giornalisti ne sapete più di me”. Ferrero non aveva l’aria di uno che si appresta a passare la mano. Ha ribadito di voler lavorare per fare una Sampdoria più forte e ha ricordato che sta per partire il primo lotto dei lavori allo stadio Ferraris (insieme al Genoa). In lieve imbarazzo (), Di Francesco ha spiegato di aver scelto la Sampdoria perché ha sentito che è la squadra giusta per rimettersi in gioco. . Di Francesco ha parlato di mercato: ; ha lanciato assist a Jankto , elogiato Quagliarella (); ha ribadito che proporrà il suo classico 4-3-3, dopo aver valutato a fondo le caratteristiche dei giocatori, ad esempio Gabbiadini, Maroni (; ha confermato la passione per Verdi e Berardi, entrambi obiettivi, assai impervi, del mercato blucerchiato; ha mandato un in bocca al lupo all’amico Giampaolo.
Se fosse rimasto a Roma avrebbe difeso Totti e De Rossi?