Calciomercato.com

  • Getty Images
    Ferrero e l'intercettazione che spaventa la Samp: come può attivarsi la giustizia sportiva

    Ferrero e l'intercettazione che spaventa la Samp: come può attivarsi la giustizia sportiva

    • Lorenzo Montaldo
    Massimo Ferrero è in carcere a San Vittore, ma il suo nome, e quello della Sampdoria, rimbalzano da giorni su tutti i quotidiani nazionali. Ieri il Viperetta è stato interrogato dal gip Rosamaria Mesiti, in videoconferenza, e ha stupito il giudice con una richiesta quantomeno bizzarra considerato il contesto. “Dottoressa, posso fare una telefonata alla squadra o almeno mandare un messaggino? Sa, c'è il derby” è la preoccupazione di Ferrero. Negativa, ovviamente, la risposta, anche piuttosto sorpresa da parte del magistrato.

    Ferrero, come previsto, non ha risposto alle domande. Si è trincerato dietro un ‘Mi avvalgo della facoltà di non rispondere’, dopo aver fatto presente al Gip la sua “Voglia di tornare a casa per abbracciare la sua famiglia e la viva preoccupazione per le sorti delle centinaia di persone che dipendono dalle sue attività, in particolare la Sampdoria, facendo appello alla unità di intenti ed alla responsabilità di tutti i dipendenti” ha detto al suo avvocato Pietro Sommella. Il legale poi aggiunge: “Avrebbe voluto anche mandare un messaggio a tutto il team in vista del derby che, ovviamente, facciamo nostro. Citando le sue parole... Forza ragazzi, ho fiducia in voi”.

    La scelta di non rispondere al Gip era stata preannunciata dai difensori dell’imprenditore romano, che ritengono di non essere stati messi in condizione di consultare i fascicoli processuali, 25 faldoni contenuti in una chiavetta da 10 giga consegnata dalla cancelleria solo ieri mattina. Attenzione anche alla situazione di Vanessa, che verrà sentita lunedì.

    Nel frattempo gli avvocati di Ferrero stanno strutturando il ricorso al tribunale del riesame di Catanzaro, perché ritengono non sussistere i presupposti per l'arresto. Si riflette pure sul territorio di competenza, dato che I legali valutano se su questi reati avrebbe dovuto indagare la procura di Roma e non quella di Paola, nel cui territorio è situato lo studio del commercialista di Ferrero e la sede legale delle società fallite. Sembra però uno scenario difficile da portare avanti.

    Contestualmente, nella serata di mercoledì, Ferrero ha anche firmato le dimissioni dalla presidenza della Sampdoria ad un altro legale, Luca Ponti, che ha raccontato a Il Secolo XIX: “Ho visto il presidente e ha convenuto con me che in questo momento è opportuno fare un passo indietro, separare le vicende della Sampdoria dalle sue vicende giudiziarie e da quelle della sua famiglia. La Sampdoria verrà gestita al meglio per raggiungere i suoi obiettivi e tutto il resto della famiglia cercherà di chiarire questa posizione processuale. Il processo non ha collegamenti con la società e vogliamo evitare che ci siano anche in termini mediatici. Il mio cliente intende fare sì che la Samp e la sua vicenda penale proseguano su vie differenti. Per questo motivo a fare parte del Cda del club non ci saranno più membri della famiglia Ferrero”.

    Si tratta chiaramente di una scelta di convenienza perché, per la giustizia sportiva, dal giorno dell’arresto alla firma delle dimissioni figurava, sulla base delle disposizioni sull’onorabilità delle Noif, un presidente "sospeso". Fino ad ora le indagini sono state esclusivamente competenza della giustizia ordinaria, ma ora anche la Federcalcio potrebbe interessarsi alla questione, con la giustizia sportiva intenzionata a prendere contatti con I ‘colleghi’ della giustizia ordinaria, per valutare eventuali infrazioni.

    Il passaggio chiave riguarda una intercettazione del 18 novembre del 2020 tra Gianluca Vidal e Andrea Diamanti, in cui si discute delle somme necessarie per aggiustare le situazioni delle quattro aziende in Calabria. Si parla di un paio di versamenti da 125.000 euro, con Vidal che si lascia sfuggire: “Adesso ho capito perché sta cercando di prendere i soldi dalla Sampdoria”. La distrazione fondi dalle casse societarie prefigurerebbe responsabilità oggettiva, con annesse sanzioni economiche e/o di punti. La Samp, però, si dice tranquilla in merito, anche se un’eventuale colpevolezza di Ferrero andrebbe in conflitto con il ‘codice etico’ societario.

    Altre Notizie