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    Fenomeno come Ronaldo e sceneggiate da attore nato: Neymar è da Oscar!

    Fenomeno come Ronaldo e sceneggiate da attore nato: Neymar è da Oscar!

    • Furio Zara



    And the winner is Neymar. Premio al miglior attore protagonista, specialità tuffi, rantoli, piagnucolii. Occhio, però: se gli fate alzare la statuetta c’è il rischio che cada a terra invocando il fallo. Tu chiamale se vuoi: simulazioni. Un artista nato. Un meme, anche. Basta guardarlo storto, e O Ney si butta per terra. Dicono di averlo visto rantolare anche durante l’inno del Brasile, così, faceva le prove. Le sceneggiate di Neymar sono diventate il pezzo forte di questo Mondiale. Non c’è partita in cui il nostro non si esibisca.

    Gli avversari lo definiscono un pagliaccio, come ha fatto Osorio, il ct del Messico. I compagni evitano l’argomento. E magari - come ha fatto Thiago Motta - lo rimproverano pubblicamente per il comportamento antisportivo. Neymar è fatto così. Prendere o lasciare. L’ex nazionale inglese Gary Lineker, oggi tra i più autorevoli commentatori tv, ha postato un tweet al veleno: «Neymar ha la soglia del dolore più bassa tra tutti i giocatori della Coppa del Mondo da quando esistono le statistiche Opta». Ci sta. Come ci sta il secondo tweet di Lineker, ammirato da come Neymar abbia risolto l’ottavo col Messico. «Neymar gioca tanto bene quanto strilla. E' un calciatore incredibilmente forte». Lo è davvero, al netto delle pagliacciate che lo accomunano ai più grandi simulatori della storia del calcio. «Neymar è un gran calciatore, ma anche un grande attore»: l’ha detto Eric Cantona, che lo detesta amabilmente e qualche giorno fa l’ha preso per i fondelli per la capigliatura giallo paglierino con cui ha debuttato a Russia 2018.



    Di simulazioni storiche gli appassionati ne ricordano a decine. Ci cascano (non è una battuta) tutti. L’anno scorso una statistica premiò (beh, insomma) Cristiano Ronaldo e Mertens, i giocatori che negli ultimi tre anni avevano beccato più gialli per simulazione e confermò la nostra Serie A come il campionato dei tuffi. Ma Neymar in questo Mondiale sta dando il meglio di sé. Le critiche lo sfiorano, se le fa scivolare addosso. Fabio Capello dixit: «E’ un simulatore, appena può si tuffa». Diego Lugano, storico capitano della Celeste, dice che «non ha rispetto degli avversari». Due anni fa, quando lo beccarono più volte a tuffarsi in area di rigore avversaria, rispose postando un video dove si tuffava nel giardino di casa. Ma ha sempre avuto il vizietto. Alla Confederations Cup del 2013 il suo comportamento plateale e ridicolo dopo ogni accenno di fallo diede l’idea ad alcuni ragazzi di creare un videogame con le sue - ehm, ehm - imprese.

    E’ anche un provocatore, Neymar, ci sono avversari che lo menerebbero volentieri. Giochi di gambe a uso di telecamera, veroniche e finte decorative: fa tutto parte del repertorio di un principe che ora - usciti Messi e Cristiano dal Mondiale - cerca di salire al trono la sua definitiva consacrazione. I numeri parlano per lui. 9 presenze ai Mondiali, 6 gol, 2 assist. A proposito: il Real ha smentito l’offerta da 310 milioni per strapparlo al Psg. Una simulazione anche questa? Quattro anni fa Neymar uscì sul più bello, per un colpo di kung fu (vero) alla schiena (vedi alla voce Zuniga). Nella notte dell’incubo del Mineirazo (1-7 per la Germania) lui non c’era. Stavolta c’è. E si è preso la scena. Ronaldo il Fenomeno vinse il Mondiale a ventisei anni, il primo Mondiale da protagonista assoluto considerato che a Usa 1994 era ancora un bambino che vide i compagni della Seleçao superare l’Italia ai rigori. Ventisei anni. Gli stessi di Neymar. Un fuoriclasse, sicuramente. Un grande attore, senza ombra di dubbio.

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