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    Romamania: Felix, il ragazzo 'diverso' che mangia dai compagni. Non sarà un altro Balotelli o un altro Cassano

    Romamania: Felix, il ragazzo 'diverso' che mangia dai compagni. Non sarà un altro Balotelli o un altro Cassano

    • Paolo Franci
    Adesso, la retorica stucchevole su questo ragazzo si sprecherà. Su questo straordinario talento che ha scelto di non rispondere alla convocazione del Ghana per restare con Mourinho e imparare, si scaglieranno legioni di tastiere da pc e Mac pronte ad affrescarne vita e miracoli. Due in realtà, quelli di Genova. Sarà tutto un intervistare ad alzo zero per scoprire i segreti del ragazzino che ha ribaltato non solo Marassi, ma l'intero mondo giallorosso. Sì, perchè prima del suo fragoroso avvento nella noia ligure dentro alla quale la Roma girava e girava e girava come una vite spanata, tutto era stato triste, grigio. E accartocciato sulle occasioni sbagliate da Shomu (un paio) e la ritrovata mediocrità di Tammy, di nuovo in difficoltà dopo incoraggianti segnali di riscossa pre-sosta.

    Si narra che Felix, il 18enne Felix sia diverso. Che non sia uno destinato ad essere un Mario, un Moise, né tantomeno e per fortuna, un Anto' (Cassano, per i distratti). Oddio, nel calcio c'è sempre tempo per peggiorare, ma fidarsi di Mou è cosa buona e giusta. Il portoghese ha ripetuto, nel felice e leggiadro dopo partita di Marassi, che il ragazzo 'mangia' dai compagni, 'mangia' dagli allenamenti in prima squadra e vai che l'appetito vien mangiando. Mou accorcia la diagonale intendendo dire che Felix mangia con gli occhi, descrivendone la famelica voglia di imparare simile alla voracità del Greate White Shark, il Grande Squalo Bianco, quello che ha reso famoso Spielberg e alla capacità di rubare – con gli occhi naturalmente – di un ladro hitchcockiano. D'altra parte, Felix l'ha messa lì con l'eleganza di un Cary Grant del pallone, tra uno scatto perfetto e una traiettoria pittorica.

    So che il mio appello cadrà nel vuoto ma per favore, adesso non montiamogli la testa. Raccontiamolo, certo, perchè scoprire talenti vuol dire anche conoscerli oltre le scarpe da calcio. Però evitiamo paragoni improbabili che il più delle volte scadono nel ridicolo, perchè il ragazzo ha fatto il mostro, certo, ma la strada è così lunga davanti a lui che è meglio camminare e non correre, per evitare di sfiancarsi troppo presto. Fortunatamente, Felix è nelle mani di Mou che da padre-allenatore, oggi gli comprerà quelle scarpe griffate che gli aveva promesso in caso di gol. E Mou sa come si gestisce un ragazzino dal talento infinito e proprio per questo da maneggiare con cura.

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