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    Felipe Melo attacca ancora Chiellini: ‘Doveva vendere il libro. Niente scuse, non si torna indietro. Su Materazzi...'

    Felipe Melo attacca ancora Chiellini: ‘Doveva vendere il libro. Niente scuse, non si torna indietro. Su Materazzi...'

    Felipe Melo, ex centrocampista tra le altre di Inter e Juve, attacca ancora Giorgio Chiellini, che nell'autobiografia uscita ieri lo aveva definito "il peggio del peggio". In una diretta Instagram con Frey il brasiliano, come sempre, non le manda a dire.

    SU CHIELLINI - "Questo ragazzo qua ha un problema con me perché contro il Siena gli ho dato una testata. Dopo non gli ho più parlato e ha scritto questo libro. Quello che dovevo dire l'ho detto. Alla Juve sono successe mille cose che ci potrei scrivere mille libri, e parlo di cose importanti. Chiellini non mi ha chiesto scusa ma non deve farlo. Ognuno fa ciò che vuole, poi però si deve assumere le sue responsabilità, non si torna indietro. Ha detto quelle cose per vendere il libro. Avrebbe dovuto prendere esempio dal grande Zanetti, vice presidente dell'Inter, che nel suo libro non ha mai parlato della Juve. Tra l'altro ora non è il momento per pubblicare un libro, c'è gente che muore".

    SULL'ESPERIENZA ALL'INTER - "E' stata particolare, andare all'Inter era il mio sogno da bambino. Ho fatto la storia al Galatasaray, era troppo comodo per me rimanere lì perché ero l'idolo di quella gente. Avevo appena rinnovato il contratto per tre anni, guadagnavo tantissimo; poi sono andato all'Inter, prendendo meno del 50 per cento ma l'ho fatto col cuore. Quando ero a Firenze anche Mourinho e gli altri mi chiamavano, purtroppo sono andato alla Juve, grandissima società che mi ha aperto le porte. Non ho mai parlato male della Juve. Quando sono entrato a San Siro con la maglia dell'Inter, nel derby di Milano, per me è stato il massimo: abbiamo vinto 1-0. Quello stadio è pazzesco". 

    SU MATERAZZI -  "E' un idolo, ho giocato tante volte contro ma non l'ho incrociato all'Inter. Lui in campo è una cosa, fuori è amico di tutti. Non fosse stato aggressivo, magari non avrebbe vinto il Mondiale".

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