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    Felipe Anderson: 'Sono cresciuto, ora conteranno i risultati. Sogno il Brasile, ma prima c'è la Lazio'

    Felipe Anderson: 'Sono cresciuto, ora conteranno i risultati. Sogno il Brasile, ma prima c'è la Lazio'

    In seguito alla rifinitura in ottica Bologna andata in scena stamani a Formello, in casa Lazio non è stato mister Sarri a presentarsi in conferenza stampa. Al suo posto è toccato a Felipe Anderson, probabilmente il giocatore più in forma tra le file biancocelesti. Ecco come il brasiliano ha risposto alle domande postegli dai giornalisti.

    C’è un calciatore allenato da Sarri che ti piacerebbe emulare?
    “Ce ne sono tanti dai quali posso imparare movimenti. Di certo posso imparare molto dai suoi insegnamenti sui movimenti per gli esterni. Dobbiamo tutti capire quello che vuole da noi e aggiungerci qualcosa di nostro”.

    Sulla crescita tecnica rispetto a sei anni fa…
    “Ho lavorato sulla costanza di ogni gara. Mi sono allenato sulla crescita fisica per aiutare la squadra per tutto l’arco dei 90 minuti, non solo a sprazzi”.

    Sull’assenza di Immobile e il sogno Brasile…
    “Sicuramente l’assenza di Ciro sarà difficile. Per noi è una certezza sotto porta e ci dà grande profondità con i suoi movimenti. Chi giocherà davanti dovrà emulare i suoi movimenti, dovrà dare lo stesso apporto allungando la squadra avversaria. Chi andrà in campo aiuterà la squadra a vincere. Il sogno di ogni giocatore è indossare la maglia del proprio Paese. Prima però dovrò essere concentrato sulla Lazio”.

    Cosa è scattato nella tua testa in questo ritorno alla Lazio?
    “I singoli possono fare la differenza, ma se ci si muove da squadra tutti possono esaltarsi e questo è ciò che sta accadendo qui per me. Devo ringraziare lo staff e i compagni che mi stanno dando tanto supporto”.

    Sulla continuità e sul ritorno alla Lazio…
    “Ho sempre espresso il mio sentimento per l’Italia, Roma e ovviamente la Lazio. Sono sempre rimasto in contatto con gli amici della capitale. Ho fatto la mia esperienza fuori che mi ha fatto crescere e ora sono sicuro che lavorando sodo potremo trovare tutti, non solo io, la continuità che serve per fare bene”.

    Sulla partecipazione alla fase offensiva e le critiche ingiuste sulla continuità…
    “All’inizio ho sempre sentito troppo la pressione su di me. Tutti mi dicevano che potenzialmente potevo fare tanto e non mi sapevo gestire. Ora sono cresciuto, sono cambiato e sono più consapevole di quello che posso dare”.

    Questa Lazio è più forte della precedente in cui hai giocato? E perché sei andato via?
    “La squadra che avevo lasciato era forte, mi piaceva tanto giocare con i ragazzi, avevamo tanta qualità. Tanti sono rimasti, altri sono arrivati, ma ho notato una motivazione maggiore. Per me questa è la squadra più forte, però dobbiamo dimostrarlo sul campo con i risultati positivi. Perché sono andato via? Perché la vita è fatta di scelte in determinati momenti. In quel momento volevo cambiare aria e fare una nuova esperienza, ma ora conta il presente, inutile pensare al passato”.
     

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