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  • Fedez & J-Ax riempiono San Siro FOTO e VIDEO: meglio Cris Brave, Motta (non Thiago) e il calcio di Filippo Andreani

    Fedez & J-Ax riempiono San Siro FOTO e VIDEO: meglio Cris Brave, Motta (non Thiago) e il calcio di Filippo Andreani

    • Vanni Paleari
    C'erano una volta i Rolling Stones, Bob Marley e il Boss Bruce Springsteen. Ora a San Siro sul palco ci va Fedez davanti a 80 mila persone: stonato, impacciato e fuori luogo più di Arnautovic o Quaresma nell'Inter del Triplete. Una vittoria, senza dubbio, per il rapper milanese, arrivato al successo grazie a un'invidiabile intelligenza strategica e a rime immediate e ironiche. Un po' meno una vittoria per la musica in Italia, schiava di un gusto omologato che riempie i templi live sull'onda di qualche motivetto da pubblicità estiva. Il problema è che il grande palcoscenico non è per tutti: ad esempio l'Atalanta di Gasperini gioca un buon calcio, ma a Kiev contro il Real Madrid probabilmente si sarebbe persa dietro alla sua provincialità. 

    La Finale, l'ultimo concerto del tour di J-Ax e Fedez andato in scena venerdì sera a San Siro riempito anche da moltissimi bambini accompagnati dai genitori, è stato uno spettacolo più adatto a un programma televisivo che a un'arena della musica dal vivo: tanti ospiti (Grido, Gué Pequeno, Malika Ayane, Levante e Nina Zilli tra gli altri), qualche momento da brividi veri (commovente ed emozionante l'esibizione della canzone "La Panchina" di Cris Brave, all'anagrafe Cristiano Rossi, un ragazzo di 21 anni costretto a combattere sin dalla nascita con un rarissima malattia, la tetraparesi spastica, una paralisi cerebrale che paralizza, in parte o totalmente, gli arti inferiori e superiori), molti effetti speciali e raggi laser ma pochissima qualità musicale, soprattutto quando il rap lascia spazio a un abbozzo di rock e punk spacca-timpani. A salvare lo show è stato soltanto J-Ax che, con grinta, stile e carisma, ha portato su quel palco stratosferico il sogno di coloro che negli anni '90 sono cresciuti a pane e Articolo 31 e che sul prato di San Siro impazzivano e cantavano a squarciagola ogni singolo pezzo. 

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    Una speranza per i gusti del Belpaese in musica, in compenso, è arrivata giovedì sera con l'Alcatraz di Milano pieno in occasione del concerto di Motta. Il giovane cantautore e poli-strumentista toscano, arrivato quest'anno al secondo album solista, ha dimostrato una grande maturità artistica e ha regalato un live intenso e dai suoni magnetici. Dal vivo i pezzi si vestono di una carica ipnotizzante: una doppia sezione ritmica, un pizzico di elettronica nell'arrangiamento e una band ben amalgamata rendono il concerto di Motta uno spettacolo da consigliare. Unica nota stonata: l'artista non ha dedicato neanche un pezzo al "fratello" Thiago, che si è appena ritirato dal calcio giocato e già studia da tecnico a Coverciano: allenerà l'Under 19 del PSG

    Scherzi a parte, venerdì sera, mentre Fedez e J-Ax riempivano San Siro, nell'Auditorium Demetrio Stratos di Radio Popolare c'è stato concerto gratuito e molto più di nicchia. Il bravissimo cantautore Filippo Andreani, con chitarra al collo sopra la maglietta del West Ham ai tempi di Paolo Di Canio, ha presentato le canzoni del suo album "Il Secondo Tempo". Il tema ricorrente è il calcio e i grandi giocatori: da Gigi Meroni ed Ezio Vendrame ad Agostino Di Bartolomei. Ascoltatelo e non ve ne pentirete. 

    Instagram: @vannipale
     

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