Favini a Jacobelli: 'Zaza scuola Atalanta, Conte ideale per lui'
Nel 2010, quando è ridiventato presidente dell'Atalanta, la prima cosa che Antonio Percassi ha fatto è stata confermare il signore di Meda, ex giocatore di Como, Brescia, Atalanta e Reggiana. Il quale non è né un mago né uno scienziato che si picca di avere inventato il calcio. Semplicemente, Favini scopre talenti con la stessa facilità grazie alla quale insegna ai suoi ragazzi che cosa siano l'educazione, la serietà, lo studio, il sacrificio.
Lo sanno anche i muri di Zingonia - dove Conte è stato in visita due settimane fa, rimanendo stupefatto di fronte al centro sportivo che Percassi ha trasformato in uno fra i migliori a livello europeo - come il momento più importante dell'anno sia quando Favini esamina le pagelle scolastiche dei ragazzi del vivaio, assieme alla psicopedagogista Lucia Castelli, una figura fortemente voluta dall'Atalanta.
"Se un ragazzo ha la testa a posto si può lavorare per sistemarne i piedi". Non male.
Signor Favini, lei Zaza lo conosce bene. Arrivò a Bergamo nel 2006 e subito lo ribattezzarono Sammina per via della dinamite che ha nel sinistro. Ha debuttato in serie A ancora minorenne. Ha vissuto quattro anni nell'Atalanta, prima di passare alla Samp. Oggi Zaza è l'uomo copertina del calcio italiano. Se l'aspettava?
"Onestamente sì. La scuola Atalanta non si smentisce, anche se i risultati di Simone alla scuola, quella vera, non erano entusiasmanti al tempo in cui viveva con noi. Ma il ragazzo è stato così bravo e così intelligente da capire che soltanto con il sacrificio, il lavoro, l'applicazione sarebbe riuscito a sfondare. Tecnicamente, il suo bagaglio era di prim'ordine, anche quando era appena un adolescente. Zaza è un attaccante moderno nell'accezione più completa della definizione: è forte come un toro, apre spazi, dialoga con i compagni di reparto grazie alle sue doti di palleggiatore, aiuta il centrocampo. Non mi stupisco delle sue qualità".
Signor Favini, in due partite Conte ha ribaltato l'Italia. Ha battuto l'Olanda in amichevole e la Norvegia al debutto nelle eliminatorie per l'Europeo 2016. Puntando su Zaza, ma non solo. Come spiega questo exploit?
"Conte ha avuto coraggio e, nel calcio, come nella vita, il coraggio paga. Ha puntato su Zaza accanto a Immobile perché il suo modello di gioco predilige gli attaccanti con le loro caratteristiche: che siano forti tecnicamente, ma anche fisicamente. Soprattutto, che siano disposto a sacrificarsi. Ha detto: a me servono giocatori che abbiano fame, non fama. Ha detto bene. Conte ha trasmesso subito alla Nazionale il suo carattere e la sua determinazione. In questo il ct è un maestro: ha parlato chiaro ai presenti. E anche agli assenti".
Fame, non fama. A proposito: secondo lei, signor Favini, Balotelli rivedrà la Nazionale?
"Balotelli tornerà ad essere Balotelli quando si smetterà di parlare di Balotelli".
Concetto chiaro. Anche se, a dire il vero, l'interessato spesso ci mette del suo per far parlare di sè, riuscendoci peraltro benissimo...
"Diciamo allora che Balotelli tornerà ad essere Balotelli quando si smetterà di parlare di Balotelli e quando lui smetterà di far parlare di sè".
Signor Favini, l'Under 21 di Di Biagio è entrata nei playoff dell'Europeo 2015 facendo fuori il Belgio e la Serbia. E a Castel di Sangro, uno dei migliori in campo è stato Zappacosta, un altro che lei conosce bene...
"Il lavoro di Di Biagio e del suo staff è stato strepitoso: dimostra come non sia vero che il calcio italiano sia all'anno zero. Bisogna credere nei giovani; educarli al sacrificio e al lavoro; se un giovane vale, non tradisce. Zappacosta? E' esplosivo. Sta bruciando le tappe. Regalerà grandi soddisfazioni, mi creda".
Xavier Jacobelli