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    Fassone, il fallimento sono i ricavi dalla Cina: Milan salvato anche dai tifosi

    Fassone, il fallimento sono i ricavi dalla Cina: Milan salvato anche dai tifosi

    Il Milan ha chiuso pochi giorni fa il bilancio 2017/18 con una perdita consolidata pari a 126 milio di euro con ricavi di 256 milioni in cui hanno inciso e non poco le plusvalenze realizzate sul mercato. Il bilancio della gestione Yonghong Li non è positivo e l'escussione del pegno del 10 luglio da parte del fondo Elliott ha sancito l'uscita di scena della proprietà cinese e della fallimentare gestione dell'amministratore delegato Marco Fassone. 

    RICAVI DALLA CINA - Il dato più interessante che emerge dal bilancio rossonero è ​sicuramente la certificazione del Business Plan presentato dall'ormai ex ad rossonero e del fallimento derivato da una precisa voce commerciale. Va ricordato che sempre nel bilancio è stato messo nero su bianco che Fassone potrebbe far causa al club per il licenziamento per giusta causa, ma il Milan si sente sereno. Nel business plan, infatti, Fassone ha inserito un target di almeno 90 milioni di euro di ricavi provenienti da Milan Cina. Il dato finale iscritto a bilancio è stato invece soltanto di 606mila euro.

    IL MILAN RINGRAZIA I TIFOSI
    - Un dato preoccupante e che testimonia il fallimento di un Business Plan in cui, in 5 anni, i ricavi dalla Cina avrebbero dovuto rappresentare oltre il 45% del fatturato con una crescita annua del 21%. Come riporta Calcio e Finanza la Juventus, ad esempio, nel quinquennio 2011-2016 ha avuto una crescita del 12%. Il fallimento è evidente e certifica come, oltre al Fondo Elliott, il Milan debba ringraziare i propri tifosi. Nel business plan, infatti, Fassone aveva previsto incassi per 23 milioni di euro da botteghino. Il popolo rossonero ha però mostrato attaccamento alla maglia facendo alzare la cifra effettiva messa a bilancio a 35,3 milioni compensando, anche se in piccola parte, i mancati introiti dalla Cina.

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