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Fassone: dalla Juve all'Inter, è l'uomo che fa fuori Galliani?
Il nuovo Milan cinese cambierà molto a livello di squadra, con un rafforzamento nel tempo e un'immissione di capitali che saranno necessari per tornare ai livelli di competitività degli anni passati. Ma qualcosa (se non tutto) è destinato a mutare anche a livello societario, nei dirigenti che avranno il compito di rilanciare un marchio che ha perso valore dal punto di vista del marketing e, come quasi sempre avviene con i cambi di proprietà, alcuni rappresentanti dell'attuale establishment sono destinati a cedere il passo. Potrebbe anche essere il caso dell'ad Adriano Galliani, il cui mandato per conto di Fininvest scadrà col closing della trattativa col fondo cinese (atteso entro la fine dell'anno).
IL GUARDALINEE JUVENTINO - E nel frattempo già si è appreso che con ogni probabilità farà il suo ingresso in via Aldo Rossi Marco Fassone, soltanto un anno fa allontanato dall'Inter dell'accoppiata Thohir-Bolingbroke. Un professionista apprezzato e stimato, sia in ambito calcistico che extrasportivo il manager di Pinerolo, uno che il calcio lo aveva vissuto dall'altra parte quando a inizio anni 2000 era stato anche guardalinee inseirito negli organici della Serie A e della Serie B. Dal 1987 al 2001 aveva lavorato in uno dei gruppi industriali italiani più famosi al mondo come la Ferrero, prima di diventare Direttore per lo Sviluppo di nuovi prodotti alla Galbani. Poi il ritorno al primo amore il calcio e per lui, conosciuto a Pinerolo e Torino per le sue simpatie granata, arriva niente poco di meno che la chiamata della Juventus nel 2003. E' la Juve di Moggi e Giraudo, che vince scudetti a ripetizioni e alla cui grandezza contribuisce Fassone da Direttore Marketing allo sviluppo del brand a livello internazionale. Ma il suo marchio è visibile soprattutto nella regia che porterà qualche anno dopo alla concretizzazione del progetto per la realizzazione dello Stadium, oggi fiore all'occhiello del club di Andrea Agnelli.
NAPOLI E INTER - Esperienza e competenza che Fassone prova a portare anche nel Napoli di De Laurentiis dopo l'addio nel 2009 di Pierpaolo Marino, ma l'esperienza all'ombra del Vesuvio dura soltanto due anni, dal 2010 al 2012 e allora ecco l'Inter. Sì, proprio l'Inter, club storicamente rivale della Juve e oggetto di un'immagine che ha poi spopolato sul web ed è stato sin dall'inizio motivo di frizioni col popolo nerazzurro: una foto che ritraeva Fassone mostrare una maglietta con la scritta "Meglio un anno senza tituli che una vita da ridiculi" senza dubbio indirizzata all'Inter. Eppure c'è spazio per lui nell'Inter "crepuscolare" di Moratti e poi quella del magnate indonesiano Erick Thohir, dove riveste il doppio incarico di direttore generale e Consigliere Delegato di Inter Brand.
IL DUALISMO CON GALLIANI - Ma l'idillio nerazzurro, caratterizzato anche da due vicende che lo vedono sul banco degli imputati, il tentato scambio Guarin-Vucinic con la Juve e le presunte pressioni per il rinnovo di contratto dell'allora tecnico Mazzarri, finisce presto. Anche perchè Thohir ha portato con sè il manager inglese Micheal Bolingbroke, amministratore delegato con idee diverse e divergenti rispetto a quelle di Fassone che, senza troppi riguardi, viene licenziato nel settembre 2015, a poche settimane di distanza dall'ultima campagna acquisti/cessioni condotta insieme al ds Ausilio. Ora lo aspetta il Milan, dove avrà verosimilmente il compito di essere quella figura che, a livello manageriale e di rapporti, possa rappresentare la continuità dell'anima italiana del club. Da direttore generale, da uomo dei conti, forse anche da amministratore delegato e, alla luce del fallimentare esperiemento Galliani-Barbara Berlusconi, il suo ingresso potrebbe davvero significare la fine anche dell'era dello storico braccio destro di Berlusconi.
IL GUARDALINEE JUVENTINO - E nel frattempo già si è appreso che con ogni probabilità farà il suo ingresso in via Aldo Rossi Marco Fassone, soltanto un anno fa allontanato dall'Inter dell'accoppiata Thohir-Bolingbroke. Un professionista apprezzato e stimato, sia in ambito calcistico che extrasportivo il manager di Pinerolo, uno che il calcio lo aveva vissuto dall'altra parte quando a inizio anni 2000 era stato anche guardalinee inseirito negli organici della Serie A e della Serie B. Dal 1987 al 2001 aveva lavorato in uno dei gruppi industriali italiani più famosi al mondo come la Ferrero, prima di diventare Direttore per lo Sviluppo di nuovi prodotti alla Galbani. Poi il ritorno al primo amore il calcio e per lui, conosciuto a Pinerolo e Torino per le sue simpatie granata, arriva niente poco di meno che la chiamata della Juventus nel 2003. E' la Juve di Moggi e Giraudo, che vince scudetti a ripetizioni e alla cui grandezza contribuisce Fassone da Direttore Marketing allo sviluppo del brand a livello internazionale. Ma il suo marchio è visibile soprattutto nella regia che porterà qualche anno dopo alla concretizzazione del progetto per la realizzazione dello Stadium, oggi fiore all'occhiello del club di Andrea Agnelli.
NAPOLI E INTER - Esperienza e competenza che Fassone prova a portare anche nel Napoli di De Laurentiis dopo l'addio nel 2009 di Pierpaolo Marino, ma l'esperienza all'ombra del Vesuvio dura soltanto due anni, dal 2010 al 2012 e allora ecco l'Inter. Sì, proprio l'Inter, club storicamente rivale della Juve e oggetto di un'immagine che ha poi spopolato sul web ed è stato sin dall'inizio motivo di frizioni col popolo nerazzurro: una foto che ritraeva Fassone mostrare una maglietta con la scritta "Meglio un anno senza tituli che una vita da ridiculi" senza dubbio indirizzata all'Inter. Eppure c'è spazio per lui nell'Inter "crepuscolare" di Moratti e poi quella del magnate indonesiano Erick Thohir, dove riveste il doppio incarico di direttore generale e Consigliere Delegato di Inter Brand.
IL DUALISMO CON GALLIANI - Ma l'idillio nerazzurro, caratterizzato anche da due vicende che lo vedono sul banco degli imputati, il tentato scambio Guarin-Vucinic con la Juve e le presunte pressioni per il rinnovo di contratto dell'allora tecnico Mazzarri, finisce presto. Anche perchè Thohir ha portato con sè il manager inglese Micheal Bolingbroke, amministratore delegato con idee diverse e divergenti rispetto a quelle di Fassone che, senza troppi riguardi, viene licenziato nel settembre 2015, a poche settimane di distanza dall'ultima campagna acquisti/cessioni condotta insieme al ds Ausilio. Ora lo aspetta il Milan, dove avrà verosimilmente il compito di essere quella figura che, a livello manageriale e di rapporti, possa rappresentare la continuità dell'anima italiana del club. Da direttore generale, da uomo dei conti, forse anche da amministratore delegato e, alla luce del fallimentare esperiemento Galliani-Barbara Berlusconi, il suo ingresso potrebbe davvero significare la fine anche dell'era dello storico braccio destro di Berlusconi.