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Fascetti a CM: 'Cassano non ha legato con Allegri. Ma è peggio di Pato?'
Eugenio Fascetti è il tecnico che ha lanciato Antonio Cassano in Serie A, nel Bari, nel 1999, ed è l'uomo che conosce Fantantonio come pochi altri. All'allenatore viareggino, classe 1938, Calciomercato.com ha chiesto un parere sulla trattativa, avviatissima, che dovrebbe portare Cassano dal Milan all'Inter (con Giampaolo Pazzini dai nerazzurri ai rossoneri).
La trattativa è in corso, con buonissime possibilità di successo: Cassano lascia il Milan e va all'Inter. Perché?
"Si è rotto qualcosa e a questo punto credo che sia un bene sia per Cassano che per il Milan. Anche se, visto il Milan di ieri sera nel Trofeo Berlusconi, farne a meno per questa squadra può essere pericoloso...".
Cassano corona così anche il suo sogno, visto che da bambino tifava Inter...
"Credo che in questa situazione c'entri poco il tifo. Al Milan Cassano non si trovava più bene, non c'era un buon feeling con l'allenatore. Dopo che se ne è andato Ibrahimovic, Antonio aveva la possibilità di diventare il leader di questa squadra, ma Allegri ha preferito altri... E dopo aver visto il Pato di ieri sera...".
Quando arrivò al Milan, Cassano disse che sarebbe stata la sua ultima occasione per far bene ad altissimi livelli. L'avventura ora si chiude e forse non è andata come lui e i tifosi rossoneri speravano. Cosa non ha funzionato?
"Non mi sembra che quando stava bene, Cassano non abbia giocato ad alti livelli con la maglia del Milan. Più che altro non ha mai legato con l'allenatore. Lo dico guardando le cose dall'esterno, da lontano, perché è da un po' che non lo sento".
Ora arriva all'Inter: come può integrarsi, a livello tecnico-tattico, con Milito, Palacio, Coutinho e Sneijder?
"C'è una bella concorrenza nel suo ruolo, più che al Milan: Coutinho, Palacio, Sneijder... Cassano è una seconda punta, può benissimo giocare alla spalle di Milito, con Sneijder più indietro. E con Palacio sulla fascia. Ma tutti insieme, compreso Coutinho, non potranno giocare sempre. E quindi dovranno essere bravi ad accettare un turnover che sarà necessario".