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    Falso in bilancio e autoriciclaggio, Zamparini agli arresti domiciliari: la Cassazione respinge il ricorso

    Falso in bilancio e autoriciclaggio, Zamparini agli arresti domiciliari: la Cassazione respinge il ricorso

    L'ex patron del Palermo Maurizio Zamparini dovrà scontare i domiciliari, con l'accusa di falso in bilancio e autoriciclaggio nell'ambito della cessione del club rosanero. La Cassazione ha respinto il ricorso presentato dall'imprenditore friulano, che si era rivolto all'ultimo grado della giustizia ordinaria dopo che il Riesame aveva espresso parere opposto a quello del gip, che aveva tenuto conto del fatto che l'ex presidente avesse abbandonato ogni carica sociale all'interno del Palermo. Questo significa che la condanna diventa da oggi eseguibile a tutti gli effetti.

    L'inchiesta, condotta dai pm Dario Scaletta e Francesca Dessì, dall'aggiunto Salvo de Luca e dal procuratore di Palermo Francesco Lo Voi, coinvolge anche il figlio di Zamparini, la segretaria Alessandra Bonometti e l'ex numero uno dei siciliani Giovanni Giammarva, con l'imputazione di false comunicazioni sociali, ostacolo alle funzioni di vigilanza della Co.Vi.So.C., sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte. La Procura di Palermo ritiene inoltre che Zamparini si sarebbe sistematicamente servito della Mepal S.r.l., società nata per la commercializzazione dei prodotti rosanero di cui era l'amministratore di fatto, come di una sorte di "cassaforte", per mettere al riparo le disponibilità correnti della società dalle procedure esecutive dell'Erario, nei cui confronti il club era esposto per milioni di euro fino al 2017. Per rendere possibili tali spostamenti di denaro, sarebbero stati simulati dei finanziamenti verso la Mepal S.r.l. La Mepal è stata ceduta per 40 milioni a una società con sede in Lussemburgo, la Alyssa, che, per i pm, sarebbe comunque sempre riconducibile a Zamparini.

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