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Fallimento Sampdoria, le banche complicano la ristrutturazione del debito. Bissocoli 'vede' Barnaba
Il nodo sono le principali banche creditrici, ossia Sistema, Macquarie e Progetto, non disponibili a stralciare i propri crediti per i finanziamenti al 90% garantiti Sace, che non possono rientrare nel piano di ristrutturazione del debito. Si parla di 54,5 milioni di euro,e gli istituti non sono disposti ad accettare dilazioni di pagamento superiori, come orizzonte temporale, a otto anni dalla loro concessione, termine peraltro espresso nel regolamento. La precedente proposta di Barnaba prevedeva, per il rimborso Sace, una sospensione di tre anni e una ripartenza nel 2026 con chiusura a giugno 2043. I contatti tra l'imprenditore e le banche, negli ultimi mesi, avrebbero anche avuto momenti di tensione.
Secondo Il Secolo XIX comunque le banche sarebbero disposte ad aiutare, sospendendo i rimborsi ma nel limite degli 8 anni, con un pagamento unico alla scadenza. Tra l'altro Banca Sistema, tramite una fiduciaria, sembrerebbe aver comprato un centinaio di azioni della Sampdoria da uno dei piccoli azionisti per inviare un rappresentante all'Assemblea. Secondo rumors degli ambienti finanziari poi proprio in queste ore Sistema e Macquarie starebbero preparando una comunicazione da inviare al Cda blucerchiato, per invitarlo a concentrarsi sui soggetti disposti ad intervenire in continuità e dentro ai loro perimetri, quindi con una rimodulazione dei finanziamenti ma entro gli 8 anni e un accordo con Ferrero.
In questa direzione si starebbe muovendo ad esempio il fondo Wrm di Mincione, alla ricerca di un socio, ma anche Barnaba potrebbe modificare la sua proposta. Il problema è che con il nuovo codice le forzature sugli azionisti di maggioranza e sulle banche sono giuridicamente senza precedenti, potrebbero richiedere tempi lunghi e soprattutto prestare il fianco a vari ricorsi.