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    Fallimento Sampdoria, i fornitori a muso duro: 'Proposta indecorosa'

    Fallimento Sampdoria, i fornitori a muso duro: 'Proposta indecorosa'

    La PEC inviata tra venerdì e sabato dalla Sampdoria ai piccoli fornitori del club blucerchiato ha prodotto una risposta durissima da parte dei creditori genovesi. E l'incontro di ieri mattina tra l'avvocato Bissocoli, esperto nominato dalla Camera di Commercio per la composizione negoziata della crisi, e un gruppetto rappresentante circa quindici aziende genovesi, che dovrebbero recuperare dalla società di Ferrero circa 4 milioni di euro, si è trasformato da subito in un faccia a faccia particolarmente turbolento.

    Nella PEC spedita dalla Samp si proponeva uno stralcio dei crediti di una misura del 35-40%, e veniva sottolineato come l'offerta fosse, a detta di Bissocoli, 'senza dubbio la più conveniente fra quelle ragionevolmente praticabili'. Inoltre veniva evidenziato come il nuovo accordo formulato, l'unico sul tavolo al momento, fosse superiore alla percentuale messa sul piatto inizialmente dall'acquirente, il finanziere romano "che conosce bene il mondo del calcio avendo una società in Francia che è quinta o sesta in classifica", ad inizio maggio,e che proponeva soltanto il 25% da pagare in tre rate, la prima a settembre.

    L'appuntamento, convocato da Bissocoli, si è subito scaldato. I creditori si sono sentiti presi in giro dalle tempistiche della PEC, inviata di venerdì sera o sabato e con risposta da dare entro 5 giorni, in mezzo al weekend. Inoltre ha particolarmente infastidito il fatto che la proposta di Barnaba del 35-40% venga presentata come un 'premio'. Non è piaciuto neppure l'atteggiamento di Bissocoli, che ha 'incitato' ad accettare l'offerta come segno di buona volontà.

    Due aziende, fa sapere Il Secolo XIX, hanno lasciato la sala immediatamente in polemica con lo stesso Bissocoli. La riunione è poi proseguita per oltre due ore, e non è stata fatta menzione alle proposte di Radrizzani e Mincione, e alle relative percentuali di rimborso, perché neppure i creditori hanno mai ricevuto nulla di ufficiale. L'incontro pare aver sortito comunque l'effetto contrario perché i fornitori vengono descritti come ancora più intenzionati a dire 'no' alla proposta della Samp.

    Giova ricordare che non si tratta di grandi banche o di piccoli creditori per centinaia o migliaia di euro. A ballare qui è il futuro di 15 aziende genovesi e dei loro 800 lavoratori, incolpevoli per la situazione. "Non siamo certo noi l'ago della bilancia. A Bissocoli lo abbiamo detto: nessuno di noi vuole fare fallire la Sampdoria a patto che la Sampdoria non faccia fallire noi" chiariscono. "Questa proposta non solo non è congrua, ma indecorosa, non copre nemmeno le spese che abbiamo sostenuto. E gli accordi non sono stati rispettati nemmeno nei tre mesi della composizione negoziata". Anche con il 40%, insomma, alcune di queste aziende fallirebbero. L'idea sarebbe quella di ottenere tra l'1,2 e l'1,5 milioni in più. "Se questi nostri crediti sono fondamentali per la riuscita dell'operazione - hanno concluso con Bissocoli - allora è meglio che lascino perdere... ". A breve alcuni rappresentanti chiederanno un incontro a Toti e Bucci, rispettivamente Presidente della Regione e Sindaco di Genova. 

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