Fair play finanziario| Questione di etica sportiva
L’istituzione del Panel finanziario (una Covisoc all’ennesima potenza) mette al servizio della Uefa la struttura che dovrà vigilare sui conti dei club che intendono partecipare alle competizioni europee e stabilire chi ha diritto o meno alle concessione delle Licenze. In carenza non si sarà ammessi ai tornei europei (Champions e Europa League).
Per restare in tema, si veda quanto è capitato alla malmessa Lega Pro italiana nel momento in cui lo statuto della Figc ha deciso che l’ottenimento delle Licenze Nazionali fosse propedeutico all’iscrizione nei campionati di competenza. Sono saltati 20 club tra Prima e Seconda Divisione. Avrebbero potuto essere molti di più, se solo la Commissione criteri infrastrutturali e la Commissione criteri organizzativi avessero calcato la mano. Il presidente Macalli ha dichiarato che, senza correttivi, l’ecatombe si raddoppierà la prossima stagione.
La Uefa di Platini ha stabilito che a regime – cioè dalla stagione 2014/15 – i club che non chiuderanno i bilanci in pareggio ovvero saranno indebitati con altri club o con i propri dipendenti o con l’erario, non potranno iscriversi alle due competizioni europee. “La filosofia consiste nel non spendere più di quanto si guadagni», ha sottolineato il presidente della Uefa, quando lo scorso 27 maggio a Nyon il comitato esecutivo ha approvato le norme del ffp.
Tutto cambierà. Non basterà più vincere lo scudetto o piazzarsi nelle prime posizioni di classifica per essere certi di partecipare a Champions e Europa League. Bisognerà avere anche e soprattutto i conti a posto.
Nel triennio 2012-201 in cui le regole del ffp andranno a regime, le perdite non potranno superare i 45 milioni. Nel caso in cui lo sforamento di 45 milioni di buco si concentrasse tutto nel primo anno, non si potrà più andare in rosso nel biennio successivo. Gli sforamenti andranno sempre e comunque ripianati, ma solo con iniezioni di capitale e non con prestiti.
Il ffp è una questione di sopravvivenza per il calcio, ma anche di etica. Perché il doping amministrativo è una forma di slealtà sportiva sovrapponibile a quello farmacologico. Nel calcio, e nello sport in genere, le pari opportunità sono fondamentali ai fini della equità dei risultati.