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    Fair Play Finanziario, la grande ambizione che è fallita – 3. Il Manchester City, gli sponsor pagati per sponsorizzare, la guerra fra emiri col Psg

    Fair Play Finanziario, la grande ambizione che è fallita – 3. Il Manchester City, gli sponsor pagati per sponsorizzare, la guerra fra emiri col Psg

    • Pippo Russo
      Pippo Russo
    Così uguali, così diversi. Paris Saint Germain e Manchester City si somigliano in tutto ma non siederebbero mai dalla stessa parte del tavolo. Fanno capo a due emirati diversi (Qatar ed Emirati Arabi Uniti) che apertamente si detestano tanto da entrare in rotta di collisione diplomatica. Si ritrovano persino schierati su trincee opposte quando viene azzardata l'avventura della Superlega, col club parigino che sorprendentemente si sfila dal progetto dopo essere stato dato per anni come uno dei soggetti fondatori mentre il Manchester City vi entra per poi battere immediatamente in ritirata come tutti gli altri soci inglesi.

    Ma nonostante gli sforzi di tenersi a distanza, infine PSG e Manchester City, sullo stesso tavolo, ci si sono ritrovati: il tavolo della camera investigativa del Club Financial Control Body (CFCB), l'organo di controllo dell'Uefa che si occupa di sorvegliare sui conti dei club europei. La cronologia dei provvedimenti assunti dal CFCB dal momento in cui viene avviato il regime del Fair Play Finanziario (FPF) dice che i due club hanno affrontato contemporaneamente il procedimento di Settlement Agreement (SA), datato per entrambi 16 maggio 2014. Ma non è soltanto la data del procedimento a accomunarli. Vi sono almeno altri due elementi tenere uniti i due club campioni mondiali di aggiramento del FPF: la corsa di ciascuno a strappare una sanzione più bassa dell'altro e l'uso disinvolto degli sponsor posti sotto il controllo della corona, fatto allo scopo di ripianare i deficit e rientrare nei parametri.
     
    Lui deve essere punito più di me – Le rivelazioni fatte da Football Leaks a novembre 2018 portano alla luce molti dettagli grazie alla consultazione di documenti riservatissimi e di messaggi interni alla burocrazia dei due club. Il dato ufficiale è che a PSG e Manchester City vengono inflitte sanzioni identiche: 60 milioni di euro da trattenere dai premi Uefa, riducibili di due terzi (quindi 20 milioni totali) nel caso che le società rispettino le indicazioni di buona gestione finanziaria concordate con l'Uefa durante il triennio che va dalla stagione 2014-15 alla stagione 2016-17. Si tratta di sanzioni blande rispetto all'entità delle violazioni finanziarie compiute dai due club. Ma come riferiscono i documenti consultati da Football Leaks, sembra proprio che per le proprietà e le dirigenze dei due club l'ammontare della sanzione sia la preoccupazione meno importante. Conta più essere sanzionati meno dell'altro club. E il mercanteggiamento che si scatena su entrambi i fronti coinvolge figure di primo piano. Certamente Michel Platini e Gianni Infantino, all'epoca rispettivamente presidente e segretario generale Uefa. Ma altri documenti fanno intravedere anche la figura dell'ex presidente della repubblica francese, Nicolas Sarkozy. Che sarebbe tifoso del PSG ed è stato coinvolto nel passaggio di proprietà che porta il club in mani qatariote, ma che dalle carte in possesso dell'European Investigative Collaborations (EIC) risulta in ottimi rapporti anche con gli Emirati Arabi Uniti.

    Fra le carte più interessanti nelle mani di EIC vi è una mail riservata, indirizzata quasi a mezzanotte di venerdì 2 maggio 2014 da Infantino al presidente del Manchester City, Khaldoon Al Mubarak. E altri documenti fanno riferimento alla profonda irritazione mostrata dallo sceicco Mansour bin Zayed al Nahyan verso le indagini del CFCB. Un atteggiamento colmo di un senso da lesa maestà che lo porta a minacciare di intentare azioni legali con milionarie richieste di risarcimento non soltanto nei confronti dell'Uefa, ma anche verso le società di consulenza che emettono giudizi negativi per i conti del Manchester City.
     
    Gli sponsor finanziati per finanziare – Al pari del PSG, il Manchester City deve ricorrere al generoso apporto degli sponsor statali per ripianare i buchi di bilancio e rientrare nei parametri del FPF. A questo scopo vengono mobilitati la compagnia aerea Etihad, la compagnia telefonica Etisalat, la società pubblica di investimenti Aabar e la Abu Dhabi Tourism Authority. Tutte aziende che però, direttamente dalle loro casse, tirano fuori soltanto minima parte della sponsorizzazione. Al resto provvede Abu Dhabi United Group, la cassaforte personale dello sceicco.

    Emblematico il dato di Etihad. Nelle annate di maggior generosità la compagnia aerea versa 67,5 milioni di sterline nelle casse del club. Ma i documenti di Football Leaks rivelano che in via diretta Etihad ne corrisponde soltanto 8 milioni, mentre i restanti 59,5 milioni sono versati dallo sceicco. Di tutto ciò l'Uefa saprà soltanto dopo le rivelazioni giornalistiche. Ma anche senza quel retroscena le sponsorizzazioni risultano anomale. Ciò che non evita di irrogare una sanzione accomodante, per di più concordata politicamente anziché essere formulata da un organo “indipendente” quale dovrebbe essere il CFCB. Si capisce come mai in questa esatet (non ancora conclusa) di spese folli, per il Manchester City come per il PSG, il FPF sia l'ultimo dei grattacapi.

    (3. continua)

    (Le prime due puntate sono leggibili QUI e QUI).

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