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    Fagioli, il terapeuta: "Finita la pena, non la cura. Spalletti un educatore, lui come Paolo Rossi al Mondiale '82"

    Fagioli, il terapeuta: "Finita la pena, non la cura. Spalletti un educatore, lui come Paolo Rossi al Mondiale '82"

    Nicolò Fagioli è tornato, è tornato al 100% non solo con la Juventus, ma anche per la Nazionale, con la convocazione di Luciano Spalletti fra i 30 che si giocheranno un posto per gli Europei che ha colto in tanti di sorpresa, probabilmente anche lui. Al Corriere della Sera, ha parlato il suo terapeuta, Paolo Jarre che ha raccontato come il centrocampista italiano stia affrontando questo momento particolare del suo percorso riabilitativo dalla ludopatia.

    CAMBIATO - "Ora è molto più sereno e rilassato, lo vedo da come si pone, da come sorride- Risollevarsi da ciò che ha vissuto comporta un enorme cambiamento".

    PAZIENZA - "Ha avuto la possibilità di esercitarsi in un aspetto fondamentale per i ragazzi della sua età, cioè differire la gratificazione, saper aspettare. Una persona che gioca d’azzardo in pochi secondi passa dal pensiero fugace alla sua concretizzazione. Stare a lungo senza partite e raccontare la propria storia ha rappresentato invece un grande esercizio di pazienza".

    COME ROSSI AL MONDIALE '82 - "Da subito ho pensato al precedente di Paolo Rossi al Mondiale dell’82. Abbiamo cominciato a parlarne come una possibilità, non come un’ossessione. Spesso gli chiedevano quale fosse il suo obiettivo per il rientro e lui indicava il finale di campionato. Gli dicevo: “Ma chissà, magari si apre una finestrina anche per la Nazionale". Spalletti mi è sempre sembrato un educatore, oltre che un allenatore. Sa che con ragazzi molto giovani c’è anche una morale da perseguire".

    LA CONVOCAZIONE - "Trovare un equivalente altrettanto emozionale è difficile, ma è importante riscoprire passioni sopite"

    PIACENZA E LA FAMIGLIA - "Non è stato facile, lì abitano anche persone con cui ha messo in atto la propria dipendenza. Però ha imparato a riassaporare la dolcezza degli affetti. Rivedere una madre non sarà emozionante come segnare un gol, ma sicuramente è più rassicurante".

    FINITA LA PENA, NON LA CURA - "Sa bene che la Figc ha stabilito la durata della sua pena, non della cura. Il ritorno alle partite ci costringerà a qualche slalom in più, ma il fatto che ci siano è soltanto un bene".

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