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  • Fabbricini, basta difendere il Milan! Agnelli al TAS per gli scudetti revocati

    Fabbricini, basta difendere il Milan! Agnelli al TAS per gli scudetti revocati

    • Marcello Chirico
    Partiamo da una constatazione: un'istituzione sportiva non in grado di dotarsi di un presidente, ma che deve affidarsi a dei commissari straordinari perché non riesce a trovare un candidato credibile da metterci a capo, non è un'istituzione seria. E la Federazione Gioco Calcio, infatti, sta dando l'impressione di non esserlo.

    Lo attestano pure l'ostinazione a non voler riformare, una volta per tutte, i propri assurdi criteri elettivi (il potere di voto della Lega dilettanti non puo' pesare piu' di quello della Serie A, non ha una logica) cosi' come il tentativo - fortunatamente andato a vuoto - di riproporre vecchie cariatidi, tipo Abete, come possibili papabili al soglio presidenziale.

    C'è poco da stupirsi: dopo aver avuto come massima espressione del calcio nazionale uno come Tavecchio, tutto è ancora possibile, considerato che il limite al peggio è stato superato con grande scioltezza.

    Quanto ai commissari federali, talvolta sono riusciti a far danni anche in brevissimi periodi.

    Arriviamo al punto.

    Fabbricini si è insediato in FIGC da pochi mesi, con l'alta benedizione di Malagò, e ancora non si è distinto per significative decisioni. A volte bastano però poche parole per capire una persona e l'aria che tira attorno a lui. E devo confessarvi che il suo endorsement totale sul Milan mi ha infastidito mica poco.

    Quella sua generale chiamata alla difesa collettiva del club rossonero post squalifica  dalle competizioni europee nella prossima stagione, in quanto patrimonio del calcio nazionale, l'ho trovato parecchio fuori luogo. 

    Perché il Milan questa squalifica se l'è cercata da solo, sforando per un intero triennio i parametri del Fair play Finanziario e senza mai fornire a Nyon le necessarie garanzie per un riallineamento da parte del suo presidente fantasma, perennemente sotto la lente d'ingrandimento dei media mondiali, della Uefa e persino della Guardia di Finanzia, la quale tempo fa ha pure segnalato in Procura anomalie sulle operazioni finanziarie per l'acquisizione del club. 

    La decisione presa dalla Uefa non e' stata il frutto di un complotto - versione spesso utilizzata dalla Milano calcistica e politica quando le cose si mettono male - bensì il risultato logico di una gestione finora assai discutibile.

    Ma in FIGC, anziche' un duro rimprovero, è partito il pianto di dolore e l'esortazione all'intero movimento calcistico nazionale a schierarsi dalla parte del Milan.

    Col cavolo, caro commissario Fabbricini! 

    Prima di tutto perché questa sentenza Uefa non arreca alcun danno d'immagine al calcio italiano, come qualcuno vorrebbe far passare, ma semmai lo crea solo ed esclusivamente al Milan, responsabile in prima persona dei propri comportamenti.

    Eppoi, non eravate voi federali gli assertori del principio che le sentenze vanno sempre rispettate? Alla Juventus e ai suoi dirigenti lo andate ripetendo come una cantilena dal 2006,  pur sapendo bene che esisterebbero tutti i presupposti e gli argomenti per riaprire il processo sportivo e rivedere l'ambigua pagina di Calciopoli; oggi invece, davanti ad una decisione Uefa ben articolata e motivata sembrate quasi  voler chiedere il condono perché il Milan - dite- e' patrimonio del calcio italiano.
     
    E la Juventus ingiustamente massacrata nel 2006 senza una sola prova di aver vinto con la frode un campionato, che cos'era? Escremento, cosi' come ritiene quella abbondante parte d'Italia che la odia e che attraverso il proprio "sentimento popolare" le scateno' contro la Calciopoli federale?

    E l'Atalanta e la Fiorentina, che andranno a sostituire il Milan in Europa League, non rientrano nel medesimo patrimonio? Oppure esistono figli e figliastri del calcio italiano? 

    Ce lo spieghi, commissario Fabbricini, altrimenti inizieremmo a pensar male. Tipo, che nel 2006 il ricalcolo dei punti di penalità assegnati proprio al Milan per evitargli la retrocessione in B e consentirgli di partecipare ugualmente a quell'edizione di Champions fu tutto voluto? Così come lo fu il rallentare le indagini sull'Inter da parte della Procura federale in modo da giungere alla prescrizione e non mandarla a processo?

    Quindi, caro commissario, quando chiede solidarietà e appoggio da parte dell'intero movimento calcistico nazionale per il Milan, si limiti a fornire il suo personale, considerando magari che questa sua richiesta possa raccogliere anche del dissenso.

    Un'istituzione, a mio modo di vedere, dovrebbe schierarsi a fianco dei club italiani di fronte a palesi ingiustizie commesse contro di loro e, soprattutto, non difendere società poco virtuose nella gestione dei propri bilanci.Perche' diventa stucchevole raccomandare o promettere maggiori controlli se  poi non ci si fida di quelli fatti più volte dalla Uefa sul Milan, auspicando financo una revisione delle sanzioni.

    Sa cosa le dico? Che dopo Fassone, al TAS di Losanna dovrebbe presentarsi Andrea Agnelli per ottenere ciò che l'Italia partigiana dei tribunali finora non ha gli ha dato: scudetti vinti legittimamente sul campo, risarcimento per i danni subiti (questi si) e verità. 

    Scommettiamo che quel giorno, lei o chi sarà seduto al suo posto,  non chiederà il sostegno di tutto il calcio italiano alla Juventus? 

    Magari mi sbaglio, perà sono quasi certo che non accadrà. Anzi, qualcuno riuscirà persino a ritirare fuori la storia della "causa temeraria" e chiedere sanzioni nei confronti di Agnelli e la Juventus.

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