Ex Roma Domenghini:| 'Non è colpa dei singoli'
Una vita all'ala, una vita a macinar chilometri sulla fascia destra. Con la pioggia e col sole, Angelo Domenghini, abbassava la testa e puntava dritto verso la porta avversaria. Dribbling e cross al bacio i suoi marchi di fabbrica, ricchissimo il suo palmares (l'Europeo del '68 con la Nazionale e lo scudetto con il Cagliari di Riva e Scopigno, gli allori più prestigiosi nella bacheca del mitico Angelo) . Uno dei più grandi interpreti del ruolo in Italia e non solo, interventuto a Radio Incontro "Passione Nostra", dice la sua sulla recente debacle giallorossa
Alla luce della sconfitta di ieri, lei che di esterni se ne intende, pensa che la corsia di destra e -Piris in particolare- siano il vero punto debole della Roma?
La colpa non può certo ricadere su un singolo giocatore, ma va equamente divisa tra tutta la squadra: una buona difesa necessita sempre di un centrocampo che faccia filtro. La Roma nel primo tempo ha fatto un buon calcio. Poi, nella seconda frazione di gioco c'è stato un appannamento generale, forse erano convinti di avere i tre punti in tasca. Una buona difesa necessita sempre di un centrocampo che faccia filtro
L'inizio della stagione sia per il Cagliari che per la Roma non è stato certo positivo. La gara di domenica può essere quella del riscatto?
Sicuramente. Il Cagliari cercherà di sfruttare il fattore campo mentre la Roma dovrà prestare particolare attenzione alla fase difensiva, cercando di limitare i danni e ripartire in contropiede. E' comunque assurdo fare dei processi dopo sole tre giornate di campionato. E poi quando non ci sono risultati si da sempre la colpa all'allenatore.
Emblematico l'esonero di Sannino a Palermo...
Non bisogna andare ad allenare le squadre di Zamparini: bastano un paio di sconfitte e ti rimanda a casa. E lo stesso discorso vale anche per il Cagliari . Quando non ci sono i risultati si da sempre la colpa all'allentore. Se non vinci ti esonerano, semplice. Comunque, il discorso non riguarda i soli Zamparini e Cellino ma coinvolge l'intero movimento calcistico italiano.
Esistono ancora le grandi ali come lei?
Ancora oggi esistono i tornanti, quel che è evidente è che in pochi sanno fare la doppia fase. E il discorso vale anche per la Nazionale di Prandelli, che di fatto gioca con due terzini a centrocampo. E'necessario rispettare i ruoli: gli esterni non devono solo difendere, ma anche attacare. Bisogna tornare ai vecchi tempi.
Un pronostico per la partita di domenica?
La Roma è la favorita, sulla carta è nettamente più forte del Cagliari, ma sarà una partita tosta per entrambe.
Se lo ricorda la stagione (73/74) vissuta in giallorosso?
Feci 30 partite a trentadue anni suonati: disputai un campionato fantastico, ma la società in estate mi cedette al Verona senza nemmeno interpellarmi. Sognavo di giocare col mio amico Picchio De Sisti e invece mi hanno liquidato con una semplice lettera di congedo. E' stata una vergogna, nel calcio non esiste rispetto.