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Ex Juve, Montero si racconta: 'Il mito Baresi, l'amico Pessotto'
Gli esordi all'Atalanta e il mito Franco Baresi: "Prendevo la macchina e con mio papà andavo a Milano a vedere Baresi. Era un animale, mai visto guidare una difesa così: fortissimo. A inizio stagione, subito Milan-Atalanta, ho chiesto la maglia a Baresi, lui mi ha addirittura chiesto la mia. L’umiltà è tutto. Stavo andando a Milano per firmare quando mi chiamò Lippi. Niente Inter".
Su Lippi e Ancelotti: "Super entrambi. Trattavano tutti allo stesso modo, Zidane come il magazziniere. Io vedevo Lippi che diceva qualcosa a Ferrara e pensavo: “A me questo mi massacra”. Il pazzo coi capelli bianchi è incredibile: è andato in Cina, non conosceva nessuno ma ha vinto tutto. E’ evidente che hanno un dono: il carisma. Anche Simeone ha qualcosa del genere".
Su Conte e Ferrara: "Non è facile allenare i tuoi ex compagni. Io e Ciro stavamo in camera insieme, passavamo ore a capire come marcare gli avversari. Bangsbo, il danese che lavorava con Lippi, ci passava i dvd e noi li guardavamo. Ora i ragazzi stanno al cellulare e giocano alla PlayStation. Io alla Juve in ritiro la staccavo: volevo parlare di calcio".
Sul futuro: "Vorrei allenare in Italia. Io penso al calcio ogni momento. Per me lo spogliatoio è la famiglia. Io e Pesso siamo opposti: lui è sempre stato tutto per la famiglia. Non uscivamo insieme perché io non esco con gente sana, però è un amico".