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    Richarlison: 'Da bambino mi hanno puntato una pistola alla testa. Il calcio mi ha salvato la vita. I miei amici...'

    Richarlison: 'Da bambino mi hanno puntato una pistola alla testa. Il calcio mi ha salvato la vita. I miei amici...'

    L'attaccante dell'Everton Richarlison è in convalescenza dell'infortunio che lo ha reso indisponibile per 40 giorni. La punta brasiliana è stata una delle stelle più splendenti dell'Everton di Ancelotti la scorsa stagione segnando 13 gol in 40 partite risultando fondamentale per la corsa all'Europa, poi sfumata nel finale. Il 24enne ex Watford ha rilasciato un'intervista la quotidiano spagnolo AS dove ha raccontato in particolar modo il suo rapporto con Carlo Ancelotti e la sua infanzia, raccontando un episodio che poteva costargli la vita. 

    SU ANCELOTTI - "Ancelotti è un grande allenatore, uno dei più grandi della storia. Non è un caso che abbia vinto tutti i titoli che ha. È stato un periodo in cui ho imparato molto e mi sono evoluto molto dentro e fuori dal campo. È stato un privilegio avere l'opportunità di lavorare con lui e gli auguro solo il meglio. - ha aggiunto -. Ancelotti mi ha sempre parlato molto, mi ha insegnato molto sul suo modo di pensare al calcio e sicuramente ha cambiato molto il mio gioco e per questo mi sento un privilegiato".
     
    SULLA SUA INFANZIA - "Molti miei amici sono entrati nel mondo della droga e alcuni sono anche morti. Grazie a Dio sono finito nel calcio, che è sempre stato il mio sogno, e ci sono riuscito. Mi sento privilegiato e fortunato perché ho dato una vita migliore alla mia famiglia, se non ci fossi riuscito sarebbe potuto essere diverso".

    QUANDO HA RISCHIATO LA VITA -  "Stavo tornando dalla scuola calcio con i miei amici e un ragazzo pensava di vendere droga nella zona in cui vivevo. Mi ha puntato la pistola alla testa, mi ha minacciato, ma grazie a Dio ho ha avuto la tranquillità di spiegargli che stavo tornando a casa dal calcio e che non vendevo né usavo droghe. Volevano sparare, ma il calcio mi ha letteralmente salvato la vita. Mi ha lasciato andare, ma ero molto spaventato. È più facile parlarne ora, ma è stato qualcosa che ha davvero segnato la mia infanzia e mi ha incoraggiato a percorrere un percorso molto diverso da quello che hanno fatto alcuni amici che non sono stati fortunati come me".

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