Europa League, caos solo a Roma: ecco perché nelle altre città non è successo
Tutto bene, tranne che a Roma. Tra andata e ritorno dei sedicesimi di Europa League si sono giocate dieci partite che hanno coinvolto cinque città italiane e altrettante in Spagna, Inghilterra, Scozia, Turchia e Olanda. Perché solo nella capitale si sono verificati gravi disordini e danneggiamenti? È la domanda del giorno dopo, a conti fatti e tifosi rientrati. Eppure anche Firenze e Milano hanno dovuto gestire flussi imponenti di supporters, non proprio tra i più tranquilli in circolazione. Ma né in Toscana né nella metropoli lombarda si sono registrati momenti di tensione.
Quattro i tifosi turchi feriti a Napoli, ma frutto di aggressioni slegate da un contesto di gruppo. A Firenze era scattata l’allerta hooligans in vista del match con il Tottenham. In città erano attesi circa 2.500 tifosi degli Spurs, tra cui quaranta considerati violenti. Per questo la questura ha vietato la vendita di alcolici da asporto e ha schierato mille agenti in più rispetto alla norma per presidiare i luoghi “sensibili”. La novità, però, è stata l’arrivo in città, da mercoledì a venerdì, di quattro agenti della polizia inglese che hanno assistito i colleghi italiani nella gestione della tifoseria ospite. “Siamo veramente soddisfatti – spiega a ilfattoquotidiano.it il questore di Firenze, Raffaele Micillo – In occasione della partita di andata alcuni nostri agenti erano volati a Londra per aiutare i poliziotti inglesi e giovedì loro hanno fatto lo stesso. Un aiuto fondamentale perché noi conosciamo bene i nostri tifosi e loro quelli londinesi”. E i risultati positivi ci sono stati. Il bollettino parla di un solo supporter inglese fermato perché, mentre stava entrando allo stadio, ha colpito in faccia un agente.
La sicurezza, spiega Micillo, è dipesa molto dalla pianificazione: “Con l’aiuto dei colleghi inglesi – continua – siamo andati ad accogliere i tifosi ospiti appena arrivati in città. Non li abbiamo pressati, ma credo che abbiano capito che non potevano fare ciò che volevano”. Un epilogo ben diverso da quello della gara d’andata tra Roma e Feyenoord, ma, conclude Micillo, la Capitale è una “città che non fa testo”: “Roma è estremamente complicata. Ogni quartiere è una città e garantire un controllo capillare è estremamente difficile. A fare la differenza sono fattori spesso incalcolabili. Quando ti trovi in situazioni come quella della capitale, devi prendere decisioni immediate e questo può portare anche a commettere degli errori”.
Resta la possibilità di un approccio opposto, come quello estremamente preventivo messo in atto da amministrazione e polizia olandese. Tra disposizioni emanate dal sindaco, ‘arresti preventivi’ e fan zone dedicate, le autorità di Rotterdam hanno compresso lo spazio e il tempo nel quale si sarebbero potuti consumare scontri e atti di vandalismo. Non sono mancate le polemiche per i metodi, ma la giornata è scivolata via tranquilla nonostante l’atmosfera fosse carica di tensione. Dopo il match d’andata, mentre bruciavano le polemiche, il questore di Roma D’Angelo aveva invece detto di non poter tenere lontani dal centro “cittadini comunitari”. In Olanda, giovedì, non l’hanno pensata allo stesso modo impedendo ai tifosi giallorossi di muoversi al di fuori della zona del porto vecchio.
A Milano non sono scattate particolari misure di sicurezza. E i tifosi del Celtic – come gli olandesi a Roma – non hanno fatto economia sulle birre. Lo ‘spettacolo’ di piazza Duomo nel tardo pomeriggio di giovedì non si discostava molto da quello di piazza di Spagna, tra montagne di rifiuti e scozzesi ubriachi. Ma la tensione non è mai salita di pari passo al tasso alcolemico dei circa 3000 ‘Bhoys’ arrivati in città. A fine ottobre la questura milanese aveva gestito nel migliore dei modi anche il pericoloso intreccio di ultras in transito per Inter-Saint Etienne. Per supportare i nerazzurri erano sbarcate le frange estreme del Nizza, rivali dei circa 6000 tifosi Verts. La città rischiava di diventare il teatro di un regolamento di conti per vecchie ruggini, ma francesi e nerazzurri furono stoppati ai primi segnali di intemperanze. Fa storia a parte il confronto tra Athletic e Torino: 2500 i tifosi granata arrivati nei Paesi Baschi, più cinquecento senza tagliando che hanno comunque raggiunto Bilbao. L’atmosfera è stata ben descritta sui social da un padre in viaggio con il figlio: “Sono a Bilbao, uno spettacolo. Giro con la sciarpa del Toro con mio figlio e gente mi saluta con tanto di foto. Atmosfera bellissima. Magari perderemo e diremo loro bravi, ma ne è valsa la pena essere qui. Perché stavolta i tifosi hanno vinto”. Anche il Torino, alla fine.