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Euro 2021: le federazioni nazionali assicurano l'ingresso dei tifosi allo stadio
UN' EUROPA A DUE VELOCITÀ - Ci sono delle differenze nella gestione della pandemia che si riflettono anche sul numero minimo di tifosi cui ogni federazione ha dichiarato di poter garantire l’ingresso allo stadio. Russia e Regno Unito non fanno parte dell’Unione Europea, hanno un vaccino prodotto localmente ed hanno potuto gestire in maniera indipendente questa fase della pandemia. La situazione in questi due paesi sembra indirizzata verso un lento ritorno alla normalità. Per questo le federazioni russa e inglese si sono dette in grado di impegnarsi a rendere effettivo l’ingresso ai tifosi per il 50% della capienza dei loro stadi, rispettivamente la Gazprom Arena di San Pietroburgo ed il Wembley Stadium di Londra.
Diversa è invece la situazione in UE, dove le vaccinazioni proseguono al rilento e le federazioni nazionali non sono ancora in grado di fare previsioni accurate sul numero di tifosi che potranno ospitare i loro stadi. Se la Danimarca ha comunque garantito l’ingresso per il 30 % della capienza del Parken di Copenaghen, l’Irlanda rischia l’esclusione. L’Irish Times ha riportato che il Ministero dello Sport del governo di Dublino non è ancora in grado di assicurare alla UEFA un numero minimo di spettatori all’Aviva Stadium della capitale, che potrebbe così vedersi estromessa in favore di una fra Svezia, Slovacchia e Polonia o, in alternativa, di un secondo stadio di Londra, il nuovissimo Tottenham Stadium. Simili sono le circostanze in cui si ritrovano Italia, Spagna, Scozia ed Azerbaijan.
Gestire un Europeo in dodici paesi, ciascuno con una diversa situazione pandemica è una sfida che potrebbe rivelarsi quasi insormontabile. La maggior parte dei governi non sa ancora se potrà soddisfare o meno le richieste della UEFA, ma nessuno vuole tirarsi indietro e rinunciare ad ospitare le partite che gli spettano. In ogni caso, una decisione definitiva verrà probabilmente presa all’assemblea in programma il 20 aprile.