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    Etica, competenza, storia e... 7 ragioni per cui Patrizia Panico deve essere la prossima ct dell'Italia Femminile

    Etica, competenza, storia e... 7 ragioni per cui Patrizia Panico deve essere la prossima ct dell'Italia Femminile

    • Giancarlo Padovan
      Giancarlo Padovan
    Ci sono almeno sette ragioni per le quali Patrizia Panico dovrebbe essere nominata prossimo c.t. della Nazionale italiana femminile, dopo il fallimento del Mondiale di Australia e Nuova Zelanda.

    La prima, la più ovvia. E’ una brava allenatrice, ben presto dotata dell’abilitazione Uefa Pro - il massimo livello possibile - e viene da due anni di esperienza in panchina con la Fiorentina. Il suo miglior piazzamento è stato il quarto posto con le viola.

    La seconda, la più prosaica. Conosce meglio di qualsiasi altra tutte le calciatrici della serie A femminile con la maggioranza delle quali ha giocato. Per esempio: Girelli e Bonansea sono state sue compagne di squadra al Bardolino Verona e al Torino.

    La terza, la Federazione. Panico è stata la prima donna all’interno delle rappresentative azzurre a guidare due nazionali maschili: l’Under 15 da c.t. e l’Under 16 da assistente c.t. Esperienze che l’hanno fatta apprezzare da tutto l’ambiente federale.

    La quarta, il passato. Patrizia Panico, da calciatrice, è la primatista assoluta di presenze (204) e di gol (110) in azzurro. Oltre ad avere partecipato alla fase finale del campionato del mondo negli Stati Uniti (1999), ha conquistato l’argento al campionato Europeo di Norvegia e Svezia del 1997. Ha giocato in otto squadre di club, vincendo dieci campionati, cinque coppe Italia, otto supercoppe italiane. E’ stata quattordici volte capocannoniere della Serie A e una della Champions League femminile del 2007-2008. Ha segnato più di quanto abbia giocato: quasi seicento gol in più di cinquecento partite.

    La quinta, la ragione etica. In questo momento l’allenatrice è libera e, da sempre, non è legata a carri o consorterie. Insomma sarebbe una scelta pulita, qualificata, inattaccabile.

    La sesta, il consenso. Panico alla guida della Nazionale italiana sarebbe una scelta approvata e condivisa dalla maggioranza del pubblico calcistico e sostenuta dall’intero movimento femminile. Di lei tutti conoscono impegno, dedizione, lavoro e idee. In panchina è pacata, razionale, per nulla emotiva. Sa cos’è la Nazionale e come ci si comporta

    La settima, personale. Il primo anno da allenatore del Torino nel 2005/2006 ho avuto Patrizia come mio centravanti, prima che le saltasse un legamento del ginocchio in un raduno con la Nazionale allora guidata da Pietro Ghedin. Oltre alla sua totale professionalità, ho conosciuto una donna di rara umiltà, sensibilità e carisma. Non ha mai parlato troppo, ma nello spogliatoio si faceva sentire, soprattutto quando le cose non andavano bene. la definirei: una leader silenziosa.

    Naturalmente il presidente federale, Gabriele Gravina, non ha bisogno dei miei consigli per orientare le sue preferenze. Ma leggendo questo pezzo converrà con me che Panico sarebbe meglio di qualsiasi profilo maschile. I nomi che si sono fatti e si sono letti, o hanno fallito al pari della Bertolini, o hanno una carriera costellata di esoneri e retrocessioni. Ovviamente non parlo solo del femminile, ma di calcio in generale. Dopo Bertolini è fondamentale non sbagliare e con Panico, secondo me, si va sul sicuro.

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