ESCLUSIVA Brunelli, direttore generale della Serie A: novità su stadi, biglietti, tessera del tifoso, rapporti fra club e ultras
IL MASTER SPORT - Dottor Brunelli, partiamo dal MasterSport: come nasce e si sviluppa questa esperienza? "Il MasterSport è nato nel 1996, siamo alla 18esima edizione. Un'esperienza consolidata, parlano i fatti e le opinioni di chi l'ha frequentato. Nel panorama delle esperienze private, sul mercato, non ce ne sono tantissimi. E ora, a certificarne l'importanza, oltre al passa parola, agli articoli dei giornali e alle testimonianze dirette dei ragazzi che l'hanno frequentato, c'è anche la certificazione dello Sport Business International 2013, che ha collocato il nostro master al quinto posto nel mondo e al primo posto in Italia.
Qual è il focus del corso? "Il corso non è mai stato uguale a se stesso, abbiamo seguito un'evoluzione. Se all'inizio il focus era orientato sul business e l'amministrazione del calcio in generale, ora il corso è incentrato soprattutto sul tema degli impianti e degli eventi. I nuovi impianti e la gestione degli eventi vanno di pari passo, in funzione di uno sviluppo anche occupazionale e legato al territorio. L'esempio di quest'anno, nel quale portiamo anche in visita gli studenti, è lo stadio di Reggio Emilia, di proprietà del Sassuolo. Nei due anni precedenti invece siamo stati ospiti dello Juventus Stadium, con il pieno coinvolgimento della società".
I NUOVI STADI, C'E' FERMENTO: ROMA E MILAN AL LAVORO - I nuovi stadi: appuntamento cruciale per il futuro del calcio italiano. Com'è la situazione e come si pone la Lega di Serie A in questo contesto?
"La Lega di Serie A rappresenta la sintesi della volontà dei club, che vogliono stadi nuovi. La Lega quindi è in campo su questo fronte. I club ci chiedono un ruolo di primo piano per arrivare a colmare il gap con i paesi che in questo momento ci stanno davanti, dalla Germania all'Inghilterra, e il tema stadi naturalmente è centrale in questo discorso. È un treno che non possiamo permetterci di perdere. Ci sono voluti tanti anni per avere una legge e il risultato non è ancora soddisfacente. In questo periodo di crisi economica del Paese, è chiaro che i nuovi stadi non possano essere finanziati con soldi pubblici, ma quello che ci interessava era uno snellimento delle procedure burocratiche per il privato che voglia costruire uno stadio nuovo. E questo la nuova legge l'ha portato. Quello che non è arrivato e che manca ancora a livello legislativo è invece un meccanismo di compensazione con strutture complementari agli stadi. In questo momento comunque c'è un fermento incoraggiante: oltre ovviamente a Juventus, Sassuolo e Udinese (che sta rifacendo lo stadio Friuli), c'è la Roma che ha presentato un progetto e c'è il Milan che ha mosso i primi passi per poterlo presentare".
SAN SIRO A RISCHIO PER LA FINALE DI CHAMPIONS 2016? - Parlando degli stadi attuali e delle manifestazioni continentali, è vero che c'è il rischio che il Meazza di Milano non riesca a ospitare la finale di Champions League del 2016?
"Iniziamo dalle note positive: Torino quest'anno ospita la finale di Europa League, Milano è candidata a ospitare la finale di Champions League del 2016, e Roma potrebbe ospitare alcuni match dell'Europeo del 2020, che per decisione dell'Uefa sarà un torneo itinerante. Per quanto riguarda i problemi relativi a San Siro per la finale di Champions del 2016, credo che siano problemi risolvibili. Servono alcuni lavori. Il nostro problema comunque non è quello di avere tre o quattro stadi di grande livello, perché quelli li abbiamo. Il vero problema è la qualità media di una ventina di altri stadi. È questa la vera differenza, il vero gap da colmare, non solo con Inghilterra o Germania, ma anche con paesi come Olanda, Svizzera o Austria".
CARO BIGLIETTI, DERBY DI VERONA, TESSERA DEL TIFOSO - E se la qualità media degli stadi fosse più alta, se gli stadi fossero belli, nuovi e confortevoli, forse non ci sarebbero neanche le proteste sul caro biglietti come quella in corso in questi giorni a Verona in vista del derby fra Chievo ed Hellas...
"Premesso che il prezzo del biglietto dipende da una libera decisione dell'imprenditore, che se sbaglia prezzo non vende e lo stadio resta vuoto, e premesso che il prezzo non è diverso dalla media europea, 30 euro, sono d'accordo sul fatto che sia lo standard del servizio a essere diverso fra l'Italia e la media europea. E per standard del servizio non intendo solo gli stadi nuovi, ma anche altri due elementi. Il primo è un miglioramento delle misure normative che servano a isolare e individuare chi si renda protagonista di episodi di violenza, fisica o verbale. Nei paesi in cui questa cosa è stata fatta, la gente è tornata allo stadio. Ci di deve focalizzare sulla responsabilità individuale: una volta individuati i responsabili, vanno perseguiti penalmente e a livello patrimoniale. Il secondo elemento ha a che fare con l'accoglienza negli stadi, attraverso alcuni elementi: una semplificazione nella vendita dei biglietti, una semplificazione della tessera del tifoso, un potenziamento degli stewart all'interno degli stadi e la creazione di una nuova figura (che esiste già all'estero) che sia responsabile dei rapporti fra società e i tifosi. Queste misure saranno comunicate ufficialmente fra circa venti giorni. Non deve più succedere, in futuro, quello che è capitato a quel papà di Bergamo, che è dovuto tornare a casa da una trasferta, non potendo entrare allo stadio, perché i suoi due bimbi di 12 anni non avevano la tessera del tifoso. Questo papà non dovrà più tornare a casa. Se la tessera del tifoso è stata un fallimento? No, ma va sicuramente ripensata e semplificata. Sicuramente il nome che le è stato dato, 'tessera del tifoso', è pessimo. E poi non doveva essere intesa quasi solo come uno strumento del Viminale, ma come uno strumento di fidelizzazione del tifoso, allo stessa stregua di una tessera del supermercato. E' stata intesa come una schedatura, ma in realtà gli stessi dati noi li diamo alla nostra banca o al supermercato, senza grossi problemi".
IL COMUNICATO DELLA LEGA SUI RAPPORTI CLUB-TIFOSI ERA SOLO CONTRO I TIFOSI DELLA LAZIO? - Sempre a proposito del rapporto con i tifosi, il 28 marzo la Lega ha emesso un durissimo comunicato, denunciando "la gravissima violazione dei diritti delle società sportive ad essa associate, che viene attuata da alcune tifoserie". In particolare, i tifosi della Lazio si sono sentiti come i destinatori di queste parole. Era indirizzato soprattutto a loro quel comunicato?
"Non era rivolto ai tifosi della Lazio, ma a tutti quelli che nell'ultimo periodo si sono resi protagonisti di episodi analoghi, come quelli di Milan, Genoa, Bologna, Inter e altri ancora. Ancora più nello specifico, poi, aggiungo che il comunicato era indirizzato a stigmatizzare un certo tipo di atteggiamento, più che i tifosi che magari lo rappresentano. Nessuno si sogna di vietare ai tifosi di criticare, anche duramente, e tutti hanno ovviamente il diritto di non comprare più i biglietti e di non andare allo stadio. Ma negli ultimi mesi abbiamo assistito ad alcuni comportamenti all'insegna della prevaricazione e dell'intimidazione, che per essere tale non è necessario che sia solo fisica. Il radicamento territoriale di una società non autorizza nessuno a intimare o minacciare: vendi la società, oppure, compra quello o questo".
PALLOTTA E THOHIR PORTANO NUOVE IDEE - Chiudiamo con James Pallotta ed Erick Thohir, i proprietari stranieri di Roma e Inter. Come si stanno integrando nelle dinamiche e nelle attività della Lega Calcio Serie A?
"Fatichiamo ad attirare investimenti esteri, quindi se arrivano importanti uomini d'affari dall'estero, la cosa è assolutamente da incoraggiare. In qualche caso vengono direttamente in Lega, in altri casi si affidano a bravissimi direttori generali. E da loro stanno arrivando proposte interessanti e nuove: Inter e Roma sono fra le più attive nel proporre nuove idee, ad esempio in materie come i diritti televisivi. Ed entrambi, Thohir e Pallotta, sono molto attenti e interessati al tema dei nuovi stadi, tanto per concludere ripartendo dal tema iniziale dell'intervista".
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