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    Mitrovic è l'uomo dei record: è davvero un 9 da grande squadra?

    Mitrovic è l'uomo dei record: è davvero un 9 da grande squadra?

    • Claudio Brambilla
    Il livello di un giocatore nella maggior parte dei casi si denota sin dai primi anni di carriera. E’ fatto di qualità tecniche, fisiche, morali e carismatiche che nel loro sviluppo danno un’idea precisa di dove quel giocatore possa collocarsi nel calcio. Come in ogni cosa, però, ci sono delle eccezioni ed il caso che riguarda Aleksandar Mitrovic ne è una conferma. Il popolo serbo lo ama alla follia ed in Inghilterra con il suo Fulham segna a raffica. Ma manca ancora qualcosa.

    EROE NAZIONALE - Il 14 novembre 2021 è stata una data che rimarrà impressa a lungo per Mitrovic ed il popolo serbo. Quel gol al minuto 90 nella sfida decisiva contro il Portogallo a Lisbona li ha spediti direttamente al Mondiale in Qatar senza l’ausilio dei playoff. Quei dannati playoff nei quali un suo rigore fallito contro la Scozia era costato la qualificazione agli ultimi europei. Un gol, quello contro i lusitani, che ha invece sancito e marchiato ancora una volta il suo rapporto da leader vero con la sua nazionale. L’essere miglior marcatore della storia in patria con 69 presenze e 44 gol, infatti, sono un bottino che pochi giocatori nel panorama internazionale possono permettersi. Ma se in nazionale risulta essere un attaccante di primissimo livello, di certo questo non si può dire con la maglia di club nella massima serie.

    BOMBER DI QUALE LIVELLO? - Dopo i primi passi in patria e una parentesi in Belgio all'Anderlecht, Mitrovic è ormai da sette anni in Inghilterra. Un periodo nel quale ha fatto da spola tra Premier League e Championship con le maglie di Newcastle e l’attuale Fulham con fortune alterne. Se con Magpies il rendimento è stato altalenante nei primi due anni e mezzo di permanenza, è con l’attuale club che sta avendo le soddisfazioni migliori. I 34 centri in 31 partite hanno polverizzato il record di gol nella storia della Championship detenuto da Ivan Toney (31 reti in 44 partite durante la scorsa stagione con la maglia del Brentford), proiettato il Fulham ad un passo dalla promozione nella massima serie (+14 sulla terza) e dato conferma di quanto sia determinante nella seconda serie inglese. Una sorta di remake di due anni orsono quando con 26 gol aveva portato alla promozione il Fulham salvo, però, deludere la stagione seguente in Premier. 

    QUELL'ESULTANZA BENAUGURANTE - A dieci anni dal suo ingresso nel professionismo è di fatto una stella in patria e ‘criminale’ (come suo padre lo aveva identificato se non avesse intrapreso la carriera di calciatore) del gol, ma solamente nella seconda serie come il nostro Luca Toni, un altro bomber che ci mise qualche anno per imporsi sui grandi palcoscenici, al quale talvolta copia l'esultanza. 

    ANNO DECISIVO - Ora la sua testa è solo per il Fulham, quest'estate non si sa. Il Villarreal lo aveva sondato a gennaio, ma alla fine non si è concretizzato nulla. Ora all’orizzonte c’è un Mondiale e soprattutto una Premier da azzannare perché 24 reti in quattro anni nella massima serie inglese sono un dato assolutamente da migliorare per un 27enne che è chiamato a quel definitivo e, per molti aspetti versi atteso, salto di qualità.

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