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    'Ero Gnoukouri ora sono Traoré' il racconto dell'ex-Inter: 'Truffato da agente e padre adottivo'

    'Ero Gnoukouri ora sono Traoré' il racconto dell'ex-Inter: 'Truffato da agente e padre adottivo'

    Altra intervista di Alassane Traoré, meglio conosciuto ai più come Assane Gnoukouri che, intervistato dalla Gazzetta dello sport, ha ripercorso la sua carriera conclusa prematuramente sia per la truffa di cui è stato vittima, sia per un presunto problema al cuore. 

    Partiamo dall'inizio, nel 2013. Lei gioca da bambino in Costa d'Avorio, un giorno viene un agente e... 
    "E mi chiede se voglio andare a giocare in Italia. Mi dice che non ci sono problemi, che sarei anche andato a scuola come qualsiasi altro ragazzo. Vivo con mia madre, che a scuola non è mai andata, e sei fratelli, parlano con lei ed è contenta di potermi dare questa opportunità. Io sognavo di fare il calciatore, che potevo mai dire? Vado in prova al Marsiglia, gioco nei dilettanti al Marano, vicino Vicenza, poi mi portano all'Inter e mi prendono"  

    Poi tra Udine e Milano in pochi mesi tutto cambia. 
    "Mi dicono che i documenti sono falsi, ma il falso mica l'ho fatto io. Avevo un passaporto con su scritto Gnoukouri rilasciato dall'ambasciata. Il signor Gnoukouri, che mi aveva adottato, mi diceva che andava tutto bene e poi non l'ho più sentito. Quando ho firmato il primo contratto con l'Inter lui e l'agente promettevano che avrebbero mandato i soldi a mia madre per comprare una casa, invece non era vero. Se chiedevo rispondevano che era l'Inter a non pagare. Ero perplesso, non capivo, mi sono trovato da solo. E sa cosa mi fa rabbia?" 

    Cosa?
    "Che ci ho sempre messo il cuore. L'ho dato per il mio agente, perché mi sono fidato di lui. L'ho dato per il padre adottivo: il mio l'ho perso da bambino e lui l'ho trattato come un genitore vero. L'ho dato per l'Inter, ho sempre lavorato duro e non ho mai fatto casino. Pensavo di avere attorno una famiglia, invece erano solo affari".

    Ci crede davvero? Ha 27 anni e ha giocato la sua ultima gara nel 2016.
    "Mi fido di me e credo in Dio, so che lo farò. Mi alleno, sto bene, il calcio è il mio lavoro, quello che ho sempre fatto e devo ricominciare, voglio aiutare la mia famiglia e farmene una anch'io. Voglio dare a mia madre una bella casa, voglio portarla alla Mecca, voglio che mi veda felice così è felice anche lei".

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